“Una superporcata”

piazza XXIV maggioCIVITAVECCHIA – “Una interpretazione autentica delle norme di attuazione del Piano regolatore” secondo la Maggioranza. “Una superporcata” secondo l’opposizione. E’ la delibera approvata quest’oggi dal Consiglio comunale con cui di fatto il Comune cerca di correre ai ripari, come già accaduto per via Pinelli, dopo il sequestro dello stabile in via di realizzazione in Piazza XXIV Maggio. Di che cosa si tratta? Come noto la magistratura ha messo nelle settimane scorse i sigilli al cantiere ravvisando nei lavori in corso un possibile abuso edilizio per destinazioni d’uso differenti da quelle previste dal Prg. La delibera approvata quest’oggi (20 i voti favorevoli, 4 quelli contrari) valuto corretta l’interpretazione della norma operata dai tecnici del Comune laddove sostengono che la destinazione d’uso residenziale e commerciale dello stabile in costruzione non contrasterebbe con quanto previsto dal Prg poiché la tavola P4 dello stesso, in cui rientra l’area di Piazza XXIV Maggio, non porrebbe appunto vincoli circa la tipologia degli interventi. In sostanza, ha spiegato l’Assessore all’Urbanistica Mauro Nunzi illustrando il provvedimento, poiché il Prg non specifica che l’area di Piazza XXIV Maggio è vincolata esclusivamente ad opere di pubblica utilità, nulla vieta di realizzare, come si sta facendo, uno stabile ad uso residenziale commerciale.
Una boutade, secondo l’opposizione, perché esiste in realtà una variante al Prg, la numero 7, che già nel lontano 1973 è andata a colmare questa mancanza di vincoli sulla tavola P4 specificando come in realtà la destinazione d’uso dell’area di piazza XXIV Maggio debba essere di pubblica utilità; e, al punto 17 di questa variante 7, si fa espressamente riferimento all’area in cui ora sta sorgendo il tanto contestato immobile. “Ed è veramente curioso – ha commentato il Consigliere dei Verdi Alessandro Manuedda – come questa Variante, che fino a poche settimane fa, quando l’abbiamo richiesta agli uffici competenti, risultava introvabile, oggi sia magicamente ricomparsa, peraltro dando ragione alle nostre tesi”.
I vincoli insomma esisterebbero eccome, certificati da una variante che, a norma di legge, è a tutti gli effetti una integrazione del Piano regolatore. Riuscirà il Comune a convincere del contrario la Regione e la Magistratura?