CIVITAVECCHIA – Una mozione per chiedere al Ministero dell’Ambiente “di esercitare i propri compiti di controllo fissati dalla legge, intervenendo sull’Autorità Portuale al fine di stabilire, speriamo in maniera finalmente certa, i tempi e i modi per l’elettrificazione delle banchine e per l’attuazione del piano di monitoraggio della qualità dell’aria, prescrizione, quest’ultima, datata 2002 e ribadita nel 2010”. L’hanno presentata i Consiglieri di minoranza Alessandro Manuedda e Vittorio Petrelli, con l’intento di incanalare verso risultati concreti il dibattito apertosi in queste settimane sull’inquinamento prodotto dalla navi.
“Sono passati più di due anni dall’unica discussione in Consiglio Comunale sul tema dell’inquinamento causato dalle navi ormeggiate in porto – affermano i due Consiglieri – Da allora non si è potuto riscontrare alcun miglioramento, anzi, come abbiamo potuto constatare negli ultimi mesi, la situazione raggiunge spesso picchi di preoccupante evidenza, come dimostrano le recenti, numerose segnalazioni dei cittadini, l’attenzione della Procura e i provvedimenti della Capitaneria di Porto. Da tempo le banchine elettrificate, che consentono alle navi di spegnere i motori ausiliari e di collegarsi alla rete elettrica, sono divenute realtà e ne troviamo esempi pienamente operativi (e pubblicizzati con orgoglio) negli Stati Uniti, in Germania, in Svezia, nel Belgio e in Finlandia.
Già nel 2006 la Commissione Europea ha raccomandato agli Stati membri di valutare la possibilità di realizzare banchine elettrificate, specie in quei porti che costituiscono importanti fattori di pressione ambientale a livello locale, evidenziando come, con questa soluzione, si possano ottenere riduzioni delle emissioni ben più consistenti rispetto a quelle derivanti dall’utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo. La possibilità di praticare sgravi fiscali sull’energia erogata tramite le banchine, confermata dall’Unione Europea con le autorizzazioni recentemente rilasciate in tal senso a Svezia e Germania, unitamente al costo elevato dei combustibili con tenore di zolfo non superiore allo 0,1% (ormai obbligatori dal 1 gennaio 2010), può indubbiamente favorire la scelta delle compagnie armatoriali di utilizzare i collegamenti elettrici in banchina”.
Per quanto attiene i costi dell’elettrificazione delle banchine, la stima effettuata nello studio redatto nel 2006 dall’Osservatorio Ambientale allora diretto dall’ing. Vincenzo Naso, si attestava sui 7,8 milioni di euro. 2Una cifra – commentano Manuedda e Petrlli – che non sembra insormontabile, specie a fronte delle centinaia di milioni di fondi pubblici erogati o previsti per le opere da realizzare nel nostro scalo”. “Peraltro – aggiungono – se pure dovessero risultare sensibilmente superiori, è sempre bene ricordare che si tratta di un investimento a tutela di un interesse realmente collettivo e che, soprattutto, non siamo in presenza di un atto di magnanimità, ma di un preciso obbligo per l’Autorità Portuale, sancito in ben tre decreti di Valutazione di Impatto Ambientale, il primo dei quali risalente addirittura al 1997, che hanno autorizzato i lavori di ristrutturazione e ampliamento del porto”.
I due esponenti di opposizione propongono inoltre di chiedere alla Regione Lazio di inserire nel Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria, “ulteriori misure atte a prevenire o limitare le emissioni in atmosfera prodotte dalle navi all’ormeggio nel porto di Civitavecchia, quali, ad esempio, la fissazione di limiti di emissione al camino”.