CIVITAVECCHIA – Terminal Asia, prescrizioni per la Darsena Grandi Masse e monitoraggio dell’impatto ambientale del Porto sono le tre grandi questioni su cui il coordinamento cittadino dell’Italia dei Valori chiede al neo Presidente dell’Authority Pasqualino Monti di esprimersi aprendo un confronto con il partito. Un tentativo che gli esponenti locali dell’Idv affidano ad una lettera aperta qui di seguito riportata integralmente.
“Gentile Presidente,
abbiamo atteso che il suo insediamento potesse considerarsi formalmente concluso prima di confrontarci pubblicamente con lei su quali scelte intenderà effettuare nel corso del suo incarico.
Riconosciamo, ritengo senza distinzioni, che esso costituisca una opportunità unica per un giovane come lei. E la provenienza dalla comunità locale rappresenterà inoltre un vantaggio importante nella capacità di ascoltare anche le esigenze dei cittadini del territorio, dove sicuramente si può e si deve fare meglio che nel recente passato, come auspichiamo sinceramente.
In questa sfida, noi intendiamo contribuire formulando alcune istanze che ruotano essenzialmente intorno all’equilibrio tra il necessario sviluppo delle attività delle imprese locali, e quindi dell’occupazione di cui lei deve essere il protagonista, e la tutela dei parametri di qualità dell’ambiente ritenuti indispensabili dai concittadini.
Tre a nostro parere appaiono le questioni sul tappeto.
La prima è il cosiddetto Terminal Asia la cui realizzazione cambierebbe per sempre l’intera area della Frasca, l’unico bene paesaggistico e ambientale sopravvissuto sulla costa a nord del porto e delle centrali Tirreno Power (Torre valdaliga sud) e Enel ( Torre valdaliga nord). Osserviamo come, anche senza considerare che nessun civitavecchiese, come il successo della recente manifestazione ha indubbiamente testimoniato, rinuncerebbe a quel patrimonio, il traffico portuale di merci e container è ben lontano dalla utilizzazione ottimale delle banchine esistenti. Inoltre appare altrettanto ovvio come il porto soffra della mancanza di quelle infrastrutture ferroviarie e stradali, indispensabili alla velocizzazione del trasporto. Sul fronte della logistica, un altro esempio su come ci si dovrebbe preoccupare di quanto realizzato ma mai sfruttato pienamente, è costituito dal Terminal ICPL in zona industriale, nati sotto i migliori auspici e marginalmente utilizzati da anni.
Dovremmo in definitiva tutti preoccuparci di far funzionare al meglio il patrimonio disponibile, prima di ipotizzare piani di sviluppo dall’esito incerto ma di grave impatto per il territorio e per le imprese oggi presenti. E quindi a cosa gioverebbe “abbattere” la Frasca e compromettere, senza possibilità di ritorno, preziose attività turistiche e agro-zootecniche attive sino a Tarquinia e decretarne il fallimento?
La seconda questione, che si trascina irrisolta da quasi un decennio, concerne l’attuazione delle prescrizioni sancite dal Decreto VIA 6923 del 2002 (Decreto VIA Darsena Grandi masse), poi ribadite nuovamente nel Decreto VIA 4 del 2010 riguardanti il Piano Regolatore Portuale del 2004 entrambi prescrivono l’elettrificazione delle banchine e la riqualificazione della Pineta della Frasca. In particolare il sempre maggior traffico di navi passeggeri rende non più differibile investire risorse economiche per collegare elettricamente le navi alla rete nazionale.
Strettamente connesso a quest’ultima questione è il mancato monitoraggio dell’impatto ambientale che il porto e le sue attività determinano sul territorio. Sui mezzi di informazione frequenti sono stati i richiami agli episodi di inquinamento atmosferico che richiedono il rispetto del Decreto 205/’07, entrato in vigore, definitivamente e per tutte le navi, dal 1 luglio del 2010 riguardo l’uso di combustibili a basso tenore di zolfo (0,1%).
La stessa Autorità Portuale ha enfatizzato la realizzazione di una recente campagna di rilevazione di monitoraggio ambientale ma i cui dati non sono stati pubblicizzati, mentre sarebbe auspicabile l’esatto contrario e la necessità di costituire un Tavolo istituzionale per tutti gli aspetti ambientali dello scalo marittimo.
Riteniamo, in conclusione, che le istanze da noi rappresentate in modo aperto e trasparente siano ampiamente motivate e meritevoli di essere prese in considerazione, motivo per cui avremmo piacere che lei fornisse, non tanto a noi quanto ai concittadini, una risposta altrettanto chiara.
Nell’attesa, cogliamo l’occasione per formularle i nostri più cordiali saluti e i migliori auguri di buon lavoro”.
Idv di Civitavecchia