Tarquinia. Marzoli: “Chiarezza sull’ampliamento del carbonile Pet coke”

Marzia MarzoliTARQUINIA – “Per quale motivo il comune di Tarquinia non diffonde le notizie che riguardano il nostro territorio?”. A porre l’interrogativo è Marzia Marzoli, esponente della lista civica “Per il bene di Tarquinia”, che sottolinea: “E’ il sito web della Regione Lazio che ci informa dei vari progetti avanzati sul nostro comune, che siano nuovi insediamenti o modifiche degli esistenti, e solo tramite l’ufficio Via, visto che è obbligato a pubblicarne le richieste di compatibilità ambientale sulla pagina web dell’ assessorato all’ambiente. Parliamo di Pet-Coke e del deposito a cielo aperto sito in zona Pian dei Cipressi che da sempre pone gravi problemi di compatibilità ambientale, a causa della polvere volatile ed inquinante che proviene dalla montagna di Pet-coke, depositato e movimentato dai camion che lo trasportano, dal Porto di Civitavecchia, e poi verso gli impianti che utilizzano il combustibile. La polvere nera che si vede a distanza su tutta la vegetazione intorno, finisce sulla terra, sulla vegetazione, successivamente tramite l’acqua piovana nei fossi. La polvere arriva fino a centinaia di metri di distanza sui davanzali delle case intorno all’impianto, un polverino nero ma diverso dal carbone che viene usato nella centrale elettrica di TVN, infatti il Pet coke, viene utilizzato come combustibile nelle caldaie delle fonderie e dai cementifici, per il suo altissimo valore energetico”. Il Pet coke (o petroleum coke), spiega Marzoli, è un carbone artificiale ottenuto nell’industria petrolifera dal processo di condensazione per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi e contiene una miscela di sostanze estremamente pericolose, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli pesanti (vanadio, nichelio), alto contenuto di zolfo (anche oltre il 7%) e cloro. Le sostanze contenute nel pet-coke oltre ad una tossicità intrinseca sono indicate anche come cancerogene (alcuni come il benzo-pirene-OMS-) e/o mutagene. La prima proprietà provoca tumori di vario genere, la seconda modificazioni genetiche, da cui le malformazioni nei nascituri. “La storia recente del carbonile di Tarquinia – prosegue – risale al 2007, anno in cui fece notizia la sua chiusura, avvenuta a seguito di un’ordinanza del comune di Tarquinia. L’ordinanza u anche teatro di propaganda da parte dei lavoratori del cantiere di Tvn, in riconversione a carbone, che ponevano il grave problema dell’inquinamento del carbonile a cielo aperto, offrendosi per un lavoro di copertura del deposito per evitarne la dispersione della polvere inquinante. Le ultime notizie del carbonile di Tarquinia ferme al 2007 sembravano annunciare la chiusura del deposito, per la mancanza dei requisiti ambientali prescritti dalla legge, ma nel Settembre del 2011 sul sito della Regione Lazio appare la richiesta di ampliamento del deposito di pet coke. (http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=progetti) Nel mese di Novembre 2011 il Forum Ambientalista ed il Movimento No Coke di Tarquinia hanno presentato le osservazioni per l’ampliamento presso l’ufficio Via della Regione, trovando molti punti di criticità ambientale del progetto, descritti punto per punto e visibili su www.perilbeneditarquinia.it ma da quel giorno è calato il silenzio mentre dal sito web della Regione Lazio non risulta ancora approvata la compatibilità ambientale. – continua Marzia Marzoli – L’ufficio via interpellato in questi giorni dice che è in attesa di integrazioni della società proponente e che l’ufficio Regionale ha indicato alla società di rispondere a tutti coloro che hanno inviato le osservazioni, compreso il comune di Tarquinia, di cui non si conoscono i contenuti. Il 13 Maggio in un’intervista al sindaco di Tarquinia apparsa sulla stampa locale, ha annunciato addirittura la chiusura del deposito come atto di intervento a favore dell’ambiente, senza dare i necessari dettagli. Visto che spetta alle istituzioni vigilare e chiedere il massimo rispetto delle norme e della compatibilità dell’impianto con l’ambiente, per la sicurezza alimentare dei prodotti agricoli, per le falde acquifere – conclude l’esponente di ‘Per il bene di Tarquinia – pretendiamo la tutela dell’ambiente e la massima trasparenza degli atti pubblici. Speriamo, conclude la lista civica, che nel consiglio comunale del 23 Maggio il sindaco Mazzola chiarisca la posizione del comune di Tarquinia, e come sceglieranno di tutelare il territorio”.