“Stavolta La Rosa la spara davvero grossa”

CIVITAVECCHIA – Mentre si dibatte la causa sugli usi civici sarebbe serio far confrontare i legali e i tecnici ed attendere le decisioni del Giudice. Purtroppo dopo ogni udienza il consigliere comunale La Rosa “vende” sui giornali la sua versione.
Ma stavolta la spara davvero grossa, mistificando le conclusioni dei consulenti del Giudice: secondo lui avrebbero attestato che Civitavecchia non è gravata da usi civici perché le aree di cui si tratta furono vendute nei secoli scorsi. Invece i CTU hanno concluso in maniera chiaramente contraria: dalla copiosa documentazione esaminata nelle loro ricerche, nella quale figurano i contributi di tutti i Consulenti di parte, risultano vendite, dalle quali non deriva affatto, secondo i CTU, la trasformazione in allodio della particella di terreno di cui è causa. Tutto il contrario di quanto afferma La Rosa!
Ma non è la sola cosa falsa che afferma: è falso far intendere che l’esito di questa causa possa essere influenzato dalle opposizioni presentate su sollecitazione del Comune dopo la pubblicazione dell’istruttoria supplementare sugli usi civici in Civitavecchia. Queste opposizioni, in realtà, vanno contro la sentenza del 1990, non contro l’istruttoria recentemente pubblicata dall’Università Agraria; istruttoria che, anzi, ha ritenuto libere terre ritenute di demanio civico nella verifica amministrativa. Peraltro, il Commissario in più occasioni ha consigliato alle parti di assumere un atteggiamento favorevole alla conciliazione. Suggerimento che l’U.A. è pronta ad accogliere.
Sappiamo che la causa sarà, con ogni probabilità, posta in decisione all’udienza del 18 aprile. Non si capisce come faccia La Rosa ad annunciare per il 10 maggio “l’udienza per la sentenza” – affermazione di cui s’ignorano la base e la fonte; non si capisce, alla luce delle conclusioni effettive cui giunge la relazione dei Consulenti nominati dal Commissario, come si possa essere così fiduciosi sull’esito della causa. Il pubblico annuncio di date senza fondamento alcuno negli atti ufficiali del giudizio e l’ostentata sicurezza circa l’orientamento della decisione, in luogo della doverosa e rispettosa attesa della pronuncia del Giudice, fanno sorgere interrogativi e generano inquietudine e dubbi sia tra le parti interessate al giudizio che tra i cittadini tutti.

Daniele De PaolisPresidente Università Agraria