Squarcione: “Perché dico no ad un Registro dei tumori distrettuale”

salvatore squarcioneCIVITAVECCHIA – “Mai sostenuta l’inutilità assoluta dei Registri Tumore i quali, al contrario, sono potentissimi strumenti di studio per fotografare, nel tempo, l’andamento di questa patologia”.
Così il Direttore Generale della Asl RmF Salvatore Squarcione è intervenuto martedì durante una conferenza stampa sulle recenti polemiche che hanno investito l’azienda sanitaria, rispondendo in particolare agli attacchi di Sinistra Ecologia e Libertà.
“Più è numerosa la popolazione osservata e più affidabili sono i dati prodotti dai registri in generale – ha affermato Squarcione – infatti, frequentemente sono su base nazionale, molto spesso sono su base regionale e, comunque, quasi mai al di sotto dell’area provinciale.Per essere giudicati affidabili, i risultati dell’attività di un Registro Tumori devono essere verificati con esito positivo per tre anni dall’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumore). Si sostiene da parte di taluno (sbagliando perchè esistono anche il Registro Regionale Mesotelioma Pleurico, il Registro Regionale Insufficienza Renale Grave, il Registro salute riproduttiva ed esiti gravidanza, il Registro Nominativo Cause di Morte, etc.), che nel Lazio esiste un unico registro tumori, quello della provincia di Latina, che osserva una popolazione di circa 510.000 abitanti e, quindi, a solo titolo di esempio, poichè nel Lazio siamo, vediamo cosa pubblica AIRTUM nella scheda di rilevazione relativa a questo Registro. Il Registro di Latina è stato istituito nel 1983 dall’allora Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio, oggi ASP-Lazio Sanità, poichè sin da allora, ed oggi ancor di più, la competenza in materia di programmazione è esclusiva regionale. L’obiettivo dichiarato da questo Registro a giugno 2011, secondo l’AIRTUM, è quello di completare l’incidenza delle diagnosi di tumore nella Provincia di Latina relativa agli anni 2008-2009 entro marzo 2012 e, sempre secondo AIRTUM, le attività già svolte al giugno 2011 consistevano 1) nella raccolta e registrazione dei casi al 2007, 2) la partecipazione al progetto ‘Impatto’ relativo al cancro della cervice uterina e del colon retto, 3) la partecipazione allo studio ‘Prostata’. Per svolgere queste attività, sempre secondo AIRTUM, il Registro Tumori di Latina utilizza 15 persone (1 Responsabile, 1 Oncologo, 8 Rilevatori dati, 1 Programmatore, 2 Medici, 1 Statistico, 1 Collaboratore). Circa il costo annuo generato dal Registro, non sono riuscito a trovare dati ufficiali”.
“Per un’azione rapida – ha proseguito – e non esclusivamente di studio, annualmente l’ASP-Lazio Sanità da molti anni pubblica un rapporto annuale contenente tutti i dati validati relativamente allo stato di salute della popolazione, ivi compresi i dati sui tumori nelle varie aree regionali, desumendoli da diverse fonti già esistenti come gli archivi di mortalità, le schede di dimissione ospedaliera, etc.. Questi dati, da molti anni, sono la base sulla quale viene effettuata la programmazione regionale di settore e vengono distribuite alle Asl le risorse per mezzo delle quali i competenti Servizi delle medesime Asl svolgono la loro attività. Tutta questa mole di dati, come già detto, è facilmente desumibile, a costo aggiuntivo zero, attraverso la consultazione di archivi già esistenti quali quello di mortalità, le schede di dimissione ospedaliera, le esenzioni per tipo di patologia, etc”.
“Ho fatto questo esempio – è andato avanti Squarcione – solo per far capire le basi tecniche sulle quali, in modo assolutamente informale e senza alcuna possibilità di spiegare, salendo in macchina dopo alcune ore di Consiglio Comunale aperto, ho espresso un parere tecnico negativo, che confermo in pieno, circa l’istituzione di un registro tumori distrettuale, sottolineo distrettuale, sul territorio di competenza della ASL Roma F ad un signore che non conoscevo e non conosco, apparentemente lì casualmente. Infatti, si tratterebbe 1) di organizzare ben quattro registri distrettuali (appunto uno per ciascuno dei 4 Distretti) con popolazioni osservate mediamente al di sotto degli 80.000 abitanti, numerosità assolutamente insufficiente per una seria analisi del fenomeno; 2) i risultati della osservazione sarebbero validati, nella migliore delle ipotesi, non prima di tre anni; 3) verrebbero registrati fenomeni dovuti non a fatti attuali, ma a cose verificatesi molti anni prima, anche decenni prima, con scarsa utilità ai fini dell’adozione di misure di prevenzione sia primaria che secondaria; 4) la stragrande maggioranza dei dati sono già in possesso dei competenti Organismi i quali intervengono, oggi come ieri, sulla loro base e nell’ambito dei compiti istituzionali di ciascuno con le risorse realmente disponibili; 5) la programmazione sul tema in ambito sanitario non compete alla Asl che, quindi, non può essere individuata quale interlocutore.
Insomma, il Registro non è un’agenda su cui registrare il nome dei morti, ma un sistema molto più complesso che deve essere in rete con molte altre strutture, soprattutto con i servizi di citoistopatologia, e l’incidenza che registra non è l’incidenza di malattia, come qualcuno cerca di far passare, ma l’incidenza di diagnosi, quindi del tutto inutile ai fini immediati della prevenzione: cioè, lo sappiamo che l’amianto provoca il mesotelioma pleurico, quindi è inutile ai fini preventivi immediati continuare oggi a studiarne gli effetti sulla salute, piuttosto cerchiamo l’amianto ed innocuizziamolo prima che produca oggi altre lesioni che tra venti o trent’anni verranno registrate come morti da mesotelioma; ancora, è certamente più utile capire perchè sono stati registrati più decessi da cancro del polmone negli uomini che non nelle donne: se questi casi dipendessero esclusivamente dall’aria respirata piuttosto che dagli alimenti, allora non dovrebbero esserci differenze, ma poichè la differenza c’è ed è sensibile, allora forse ci sono anche altri elementi da prendere in considerazione come l’abitudine al fumo, abitare o meno in ambienti ricchi di radon, l’attività lavorativa, etc. E parliamo sempre di casi registrati oggi, ma insorti molti anni prima!
Ecco perchè di sanità pubblica bisogna parlarne in termini tecnici e non ideologici: sbagliare direzione è facilissimo e disperdere le scarse risorse disponibili ancor più facile; fatte le dovute differenze, non sarà un caso che sono Tecnici coloro i quali hanno ricevuto l’incarico di tentare di risanare il Paese”.
Per Squarcione i dati sono pubblicati annualmente e, quindi, conosciuti. “A chi oggi artatamente chiede cosa fa la Asl – la sua risposta alle accuse di inattivismo – la risposta non può che essere: la Asl fa le stesse cose che dovevano essere già state fatte tre, cinque, dieci anni or sono, e che vengono fatte oggi anche se con differenti minori risorse; se queste risorse sono limitate, allora l’impegno deve essere quello di usarle al meglio e di reperirne ulteriori per attivare con più efficienza tutte le iniziative di prevenzione. Ed infatti sin dal 2007-2008 furono indicati, ai competenti Organismi ed Autorità, i provvedimenti da adottarsi con i relativi costi, sempre nell’ambito di indagini epidemiologiche e mai di Registro Tumore. Non sarà un caso che anche un uomo serio ed esperto del settore come il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, intervistato a proposito dell’argomento di cui stiamo discutendo, si è ben guardato dal far riferimento a Registri tumore, e tanto meno a quelli distrettuali, ma ha sempre parlato di indagini epidemiologiche, esattamente come contenuto nei documenti del 2007-2008”
“Se poi i competenti livelli di responsabilità programmatoria decidessero che bisogna attivare studi di lunga durata – ha concluso – anche istituendo un Registro, ovviamente investendo su tale struttura le necessarie risorse, io sarò il primo ad essere contento: credo sia noto che ho diretto l’Istituto Nazionale Tumori di Napoli e prima ancora, per molti anni, l’Istituto Nazionale Tumori di Roma, riferimento del Registro di Latina il cui ideatore e direttore, sino alla sua prematura scomparsa, il Dr. Ettore Maria Salvatore Conti, era uno dei miei collaboratori. Ma per favore, non si prendano in giro i Cittadini facendo credere loro che l’eventuale istituzione di un Registro risolverà nell’immediato i loro problemi di salute: al danno si aggiungerebbe la beffa”.