“Servito il primo governo Fanfani…..ops, Letta”

CIVITAVECCHIA – La pietanza alla fine è servita. Il menù preparato sapientemente dal più democristiano dei comunisti, lo chef Giorgio Napolitano, che giustamente è stato ricompensato con l’assunzione a tempo indeterminato per un altro settennato, è per palati fini. Certo, a qualcuno risulterà indigeribile, ma tanto fra questi ci sono tutti coloro che ancora si ostinano a dichiararsi di sinistra, quindi sono abituati a mangiare male e digerire peggio. E poi indubbiamente gli ingredienti utilizzati sono di qualità: tanta gioventù (in nome del rinnovamento) e qualche perla di saggezza messa qua e là, ma soprattutto la rappresentanza di tutte le categorie che hanno reso forte l’universo della ex DC: democristiani di destra e di sinistra, Fanfani e Zaccagnini, dossettiani, dorotei e andreottiani e, ciliegina sulla torta, esponenti della sempre presente Comunione e Liberazione, ex corrente giovanile della Balena Bianca. Ma con un comune tratto distintivo: nessuno appunto proveniente dalla sinistra ( a meno che non si voglia considerare di sinistra la radical chic Emma Bonino), a parte quel sindaco di Padova ex comunista, tale Zanonato: l’eccezione che ovviamente conferma la regola, forse un voluto riferimento al compromesso storico di reminescenza berlingueriana, utile per mascherare ma paradossalmente rendere più esplicita ed evidente la caratteristica principale del prodotto confezionato, ossia un blocco centrale di dossettiana memoria, forte e coeso, che nasce per stroncare ogni residua velleità sinistroide e impedire qualsiasi nuova istanza di vero cambiamento proveniente dal popolo.
Con la nascita ufficiale del primo Governo Lettafanfani si compie una restaurazione in piena regola, quindi, proprio come ha sintetizzato con la solita efficacia Nichi Vendola, perpetrata con l’intelligenza degna dei più grandi DC del passato, a partire dalla scelta del capo del Governo. Enrico Letta è l’espressione massima di questo disegno, non si poteva trovare di meglio: un personaggio capace di galleggiare fra la destra e la sinistra del centro con una leggerezza da far invidia al miglior Casini, che da par suo non può far altro che togliersi il cappello e benedire, obtorto collo, tale capolavoro di sapienza. Il Governo Lettafanfani è costruito, si badi bene, per durare: intanto perché è un governo politico, come peraltro si è affrettato subito a precisare con forza il Capo dello Stato, poi perché le forze che lo compongono troveranno strada facendo i motivi validi dello stare insieme, che all’opinione pubblica verranno ovviamente venduti come motivazioni nobili: il bene del Paese (quello c’è sempre!), la drammatica emergenza economica e occupazionale, i sacrifici, la barca e i rematori che devono remare tutti dalla stessa parte, l’Europa, bla bla bla….
Se un Governo fosse nato con l’unico obiettivo di fare la legge elettorale e poi tornare al voto sarebbe risultato oggettivamente difficile per chiunque dirsi contrario, ma perché fare oggi quello che può essere rimandato a domani? Il voto può aspettare, il “bene del Paese” no. Con buona pace del popolino: i “grillini” e quel che resta dei “vetero comunisti”.
Ci si permetta infine di omaggiare come merita il maestro Giorgio Napolitano, vero regista di questa grande operazione (altro che Berlusconi!): di fronte a tanto ingegno anche i suoi presunti errori, visti ora, sembrano parte del più vasto progetto: la scelta di tirare fuori dal suo cilindro Mario Monti un anno fa, quando si doveva andare alle urne, ha ribaltato il corso della storia, e alla luce di quanto accaduto adesso appare molto più chiara. Come è altrettanto chiara l’ostinazione a non voler rinviare alle camere il tentativo di Bersani che non aveva la certezza della maggioranza: la paura che potesse ottenere comunque la fiducia era un rischio che né il Presidente uscente né i suoi futuri sodali potevano correre. E che dire della promessa di indisponibilità alla carica di Presidente della Repubblica, sbandierata ai quattro venti e poi rimangiata sull’onda della supplica bipartisan proveniente da una classe politica altrimenti morta?
Una genialata, l’ennesima di un grande politico, che non sarà, purtroppo, l’ultima.

Giulio Agostini – Consigliere comunale Sinistra Ecologia e Libertà Civitavecchia