Sconfitta la centrale a gas, ora bisogna affossare il biodigestore

CIVITAVECCHIA – Sconfitta la centrale a gas, ora bisogna affossare il biodigestore. La rinuncia di Enel alla conversione a gas di Torre Valdaliga Nord, annunciata ieri, ha generato comprensibile entusiasmo in città, con la prevedibile quanto grottesca rivendicazione da parte di tutti di meriti esclusivi. Insomma tutti sul carro del vincitore, anche chi come qualche componente dell’attuale Amministrazione comunale, 20 anni fa ci regalò all’epoca della Giunta De Sio la centrale a carbone ed oggi fa finta di nulla esultando per la chiusura di Tvn. Ma questo fa parte dell’ormai consolidato teatrino della politica civitavecchiese.

Resta ben più interessante, nei commenti post fine-gas, l’unione di intenti per progetti alternativi di sviluppo e per bloccare l’altro sciagurato progetto che incombe sulla città con il beneplacito della Regione, vale a dire l’ormai famoso Biodigestore da 120.000 tonnellate annue di rifiuti in località Monna Felicita. E gli sforzi di una nuova battaglia comune, come rilevato da più parti, vanno ora indirizzati qui.

Per Civitavecchia Bene Comune, ad esempio, “se, invece di inseguire la chimera del gas, si fossero innescati anche a livello nazionale quei virtuosi meccanismi di interazione tra istituzioni, sistema produttivo e società civile che da tempo animano il dibattito pubblico locale, forse quei progetti alternativi presentati dai nostri comitati, e che sono gli unici attualmente in grado di azzerare le emissioni inquinanti e generare al contempo buona occupazione, sarebbero già un bel passo avanti. Proprio per questo consideriamo ancora prioritario continuare a sostenere la realizzazione a Civitavecchia di un polo delle rinnovabili legato alla filiera industriale dell’eolico, all’ambientalizzazione del porto e all’idrogeno verde. Allo stesso tempo non possiamo accettare che, mentre da una parte si prova a vincere definitivamente la fondamentale battaglia contro la nuova centrale, dall’altra si accetti supinamente la costruzione del mega biodigestore da 120.000 tonnellate annue recentemente autorizzato dalla regione Lazio. È per questo che, mentre registriamo con gioia e soddisfazione l’ennesimo passo falso dei sostenitori del gas, ricordiamo a tutti gli attori in campo, ed in primo luogo alle istituzioni, che Civitavecchia non è più disposta ad ospitare fonti inquinanti di nessun tipo sul suo territorio”.

“La vicenda del biodigestore stride fortemente con un’azione di tutela ambientale della quale oggi Zingaretti parla – afferma invece il Sindaco Ernesto Tedesco – Il territorio è stanco di sostenere il peso di servitù che evidentemente devono essere dismesse in toto”. “È necessario recuperare l’area – aggiunge il vicesindaco Manuel Magliani – compresa la costa, occupata attualmente dalla centrale al fine procedere alla bonifica totale del sito, che darebbe lavoro stabile per molti anni all’imprenditoria locale e consentirebbe alla città e al porto di programmare uno sviluppo della logistica e del turismo».

Accusa duramente la Regione l’Assessore Dimitri Vitali: “Anziché appropriarsi di meriti che non gli appartengono intervengano senza scuse da cortile nel bloccare il biodigestore, loro possono farlo in un battibaleno. Ora è chiaro altresì che l’Enel non vuole più aver a che fare con Civitavecchia e di questo ne siamo certamente rammaricati. Ovviamente però concludano l’opera fino in fondo e ci riconsegnino l’area di tvnord così come gliel’abbiamo consegnata tanti anni fa. Strutture Turistico ricettive sostituiranno quel mostro energetico. Addio Enel, ti auguriamo le migliori fortune, Civitavecchia chiude ogni rapporto”.

Il consigliere regionale Enrico Cavallari (Fi), rileva dal canto suo come “sul progetto dell’impianto di biometano a Civitavecchia la Giunta regionale non ha sciolto i dubbi legati ai quesiti che ho posto oggi nell’interrogazione alla Pisana, ovvero se sia opportuno realizzare il biodigestore nella zona, se sia necessario farlo di tali dimensioni e quali interventi si intendano intraprendere per valutare i rischi sulla salute della popolazione”. “A fronte di pareri negativi sul progetto – aggiunge – espressi dalla Asl Roma 4, dalla Soprintendenza archeologica e avallati anche da uno studio che mette in guardia sulle emissioni nocive (condotto dal dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio), i quesiti restano aperti, mantenendo in uno stato d’allerta i cittadini del territorio”.

Infine la presa di posizione di Daniele Ognibene, capogruppo di LeU in consiglio regionale: “Salutiamo con soddisfazione questa vittoria ma di fronte abbiamo la grande sfida di rendere il nostro Paese sempre più autosufficiente dal punto di vista energetico investendo in maniera forte sul tema delle energie rinnovabili a basso impatto ambientale. Da questo punto di vista – conclude Ognibene – su Civitavecchia c’è un importante progetto legato all’eolico offshore. Credo che quella sia la strada giusta da percorrere e Civitavecchia può diventare uno dei comuni capofila a livello italiano sull’eolico offshore”.