Riduzione del personale a Tvn, accuse bipartisan all’Enel

CIVITAVECCHIA – Centrodestra e centrosinistra fanno fronte comune contro l‘Enel. Almeno a parole. Sotto accusa il piano di delocalizzazione del personale di Tvn da parte di Enel Spa. L’ennesima dimostrazione dello scarso rispetto per questo territorio da parte del colosso energetico dopo anni di servitù e inquinamento.

“Grazie a 5 anni di amministrazione M5S filo-Enel, la spa elettrica pensa che a Civitavecchia possa fare ciò che vuole – affermano in una nota congiunta il candidato sindaco del centrodestra Ernesto Tedesco e il consigliere comunale Massimiliano Grasso – Dopo lo ‘sconto’ dei 300 milioni di euro di investimenti sulle rinnovabili e la restituzione dei 19 milioni di euro dei cittadini di Civitavecchia, grazie a Cozzolino, ora Enel pensa di ‘delocalizzare’ quasi cento persone di Tvn, su un organico di circa 400 unità. Questa presa di posizione dell’azienda è inaccettabile a Civitavecchia, una città su cui il peso della presenza del colosso energetico si avverte in termini di inquinamento e di impatto sulla salute pubblica da decenni. Qui non solo non dovrà essere toccato un solo posto di lavoro, ma Enel dovrà impegnarsi da subito con la nuova Amministrazione per una nuova convenzione, visto che l”attualizzazione’ di Cozzolino a nostro avviso è illegittima, in cui definire investimenti per il dopo-carbone sulle energie rinnovabili, sulla smart city e la mobilità elettrica e su altre attività diverse dalla produzione energetica, che portino sul territorio alla creazione di almeno 500 nuovi posti di lavoro. Ovviamente il piano di ristrutturazione annunciato nei mesi scorsi va subito congelato per quanto riguarda gli effetti su Civitavecchia e su questo aspetto da subito ci schieriamo al fianco dei lavoratori civitavecchiesi che vedono messo a rischio il loro posto a Tvn”.

Sulla stessa linea il candidato Sindaco di centrosinistra Carlo Tarantino. “L’accelerazione del programma per l’uscita dal carbone nella centrale di Torrevaldaliga Nord – le sue parole – non va intesa come una condivisione di un progetto finalizzato alla tutela della salute pubblica, bensì come una misura di valutazione sull’economia dello stabilimento. In considerazione dei progressivi cali del quantitativo di scarico del combustibile fossile, si mettono a rischio circa 97 posti di lavoro per i dipendenti Enel. Ci aspettiamo a breve drastiche riduzioni anche nell’indotto. È necessaria per questo, la più stretta collaborazione tra Pubblica Amministrazione e le rappresentanze dei lavoratori, quali Cgil, Cisl, Uil, Filctem, Flaei e Uiltec, nell’obiettivo comune di coinvolgere l’Enel in un percorso condiviso che preveda: l’implementazione delle fonti di energie rinnovabili e l’abbattimento delle fonti inquinanti. Investimenti alternativi per il mantenimento e l’incremento occupazionale e la gestione del rapporto fra Ente e Pubblica Amministrazione, finalizzata a compensazioni con ricadute di pubblica utilità. Ultima ma non per importanza, la collaborazione dell’Ente nel campo della prevenzione e diagnosi precoce a tutelare la salute pubblica”.