Porrello: “Civitavecchia-Capranica, Giunta dica le sue reali intenzioni”

ROMA – Il Consigliere regionale Cinque Stelle Devid Porrello torna ad incalzare la Regione sul futuro della ferrovia Civitavecchia-Capranica.

“”Il Piano Mobilità Regione Lazio prevede il ripristino della ferrovia dismessa Civitavecchia-Capranica-Orte per collegare Tirreno e Adriatico e l’asse ferroviario Berlino-Brennero-Palermo – afferma Porrello – La Regione tra 2006 e 2007 stanziò 190 milioni di euro per recuperare questa tratta, a cui si sono aggiunti altri 90 con l’approvazione della Legge di Stabilità Regionale 2016, grazie al nostro ordine del giorno che impegnava la Regione ad inserire la ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte tra le opere di primaria importanza da finanziare attraverso i fondi previsti dalla missione relativa al trasporto ferroviario. Questa annosa questione che incide sulla mobilità laziale sembrava essere indirizzata verso una soluzione ma lo scorso 17 marzo, con una nota, l’amministratore delegato e il presidente del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane hanno specificato che ‘Non risulta, allo stato, un concreto interesse della Regione Lazio, soggetto che deve stabilire la destinazione, alla riattivazione della linea. Recenti tavoli tecnici, finalizzati alla programmazione di interventi di potenziamento della rete, infatti, non hanno evidenziato un’attenzione alla riattivazione, almeno con riferimento al breve o medio termine’. Alla luce di questa nota, abbiamo quindi redatto un’interrogazione indirizzata all’assessore Civita per essere messi al corrente delle reali intenzioni della giunta in merito al progetto di riapertura della tratta Civitavecchia-Capranica-Orte, visto quanto manifestato nei tavoli tecnici menzionati nelle considerazioni dei dirigenti delle Ferrovie di Stato”.

“Su questa tratta abbandonata da anni – conclude il Consigliere grillino – non si fa altro che campagna elettorale, lasciando tutto come è rimasto dal 1961 e preferendo investire in progetti disastrosi per ambiente e paesaggio che si fondano su una concezione antiquata della mobilità di persone e merci basata sulla gomma e sui carburanti fossili invece che sul più sostenibile ferro.”