CIVITAVECCHIA – “Un referendum per la privatizzazione di Hcs? Non se ne parla proprio”. Non è piaciuta per niente all’Unione Sindacale di Base la proposta lanciata nei giorni scorsi dal Sindaco Tidei di sottoporre a consultazione pubblica l’ipotesi di vendita delle municipalizzate. Una proposta che secondo l’Usb cozza contro l’accordo appena siglato in Regione, approvato peraltro dagli stessi lavoratori di Hcs, e che rischia senza mezzi termini di “far saltare il banco”.
“Gli impegni assunti in regione sul mantenimento del governo pubblico e sul confronto sul piano industriale in preparazione dai liquidatori nominati dal Tribunale – afferma Francesc Setaccioli dell’Usb Lazio – sono molto chiari e vanno onorati e non certo impegnarsi per evitarli. Il referendum tra i lavoratori di Hcs ha approvato, e senza una percentuale bulgara, per essere chiari, un pacchetto che, oltre la cassa integrazione, conteneva anche l’accordo complessivo sottoscritto con l’Amministrazione Comunale e non certo con qualcuno che passava lì per caso”.
La vendita ai privati di Hcs, insomma, per l’Usb è una strada assolutamente non percorribile. “Il mantenimento dei beni comuni in mano pubblica – prosegue infatti Setaccioli – è un tassello importante per la salvaguardia dell’occupazione e dei livelli del servizio al cittadino, oltre ad essere frutto di un referendum stravinto a livello nazionale nel 2011. Noi siamo convinti che ci sono strade che possono essere percorse e che potrebbero salvaguardare entrambi gli aspetti ma di certo l’Usb non permetterà che qualcuno giochi alla tela di penelope con i dipendenti di Hcs, disfacendo di notte quello che si tenta di costruire di giorno, facendoci arrivare stremati a ridosso del termine indicato dal Tribunale”.