“Quale occupazione sta garantendo l’Enel?”

Operai a TvnCIVITAVECCHIA – Crisi occupazionale a Civitavecchia? Esiste e come. Imprese in difficoltà, lavoratori in cassa integrazione ed una situazione che rischia di diventare esplosiva, sono i dati che ci dovrebbero indirizzare verso un’accurata analisi del problema. Per tutti questi anni, una delle maggiori fonti di occupazione per la città e il territorio è stata la centrale di Tvn e l’Enel. La costruzione della nuova centrale ha dato lavoro a centinaia di imprese locali con uno sblocco occupazionale non indifferente. Tuttavia, adesso che gli appalti si stanno chiudendo e il cantiere è in fase di dismissione, urge trovare un riparo per i migliaia di lavoratori che sono in uscita dai loro posti di lavoro e che quotidianamente si trovano sotto il Comune a chiedere aiuto o sussidio. Crisi occupazionale che si verifica nonostante l’Enel, impresa elettrica presente da decenni sul territorio, abbia firmato con il Comune di Civitavecchia una convenzione il cui obiettivo è sempre stato la garanzia occupazionale per le imprese soprattutto della città. Le cose però non stanno andando così. Il Sindaco Moscherini ed il Delegato Luigi Di Marco, non sentono la necessità di intervenire e chiedere spiegazioni? Perché nessuno interroga Enel, l’amministratore Renon e il responsabile delle centrali a carbone di tutta Italia San Filippo sulle responsabilità di Enel in tema occupazionale e sul mancato rispetto della convenzione, dato che risultano ancora in piedi dai 20 ai 30 milioni di euro di lavori da svolgere? Appalti che darebbero grande respiro alle imprese locali, soffocato da un modo di agire di Enel che in questi anni è sembrata invece più attenta alle esigenze delle imprese di fuori, attuando tra l’altro ribassi d’asta spaventosi che si aggirano in media al 40%, in difformità a quanto previsto dalla Convenzione. Basti pensare che i materiali in uscita da Tvn sono circa 500 mila tonnellate così divise: 100 mila tonnellate di ceneri leggere e 50 mila di ceneri pesanti, trasportate dalla società “General Admixtures Ecotrade” (non di Civitavecchia). 120 mila tonnellate di gesso derivante dai processi, sono trasportati dalla società “La Farge Dinino Trasporti” (non di Civitavecchia), 50 mila tonnellate di fanghi derivanti da trattamenti dalla “Colacem – Tracem” (non di Civitavecchia). Per non parlare poi degli appalti sul calcare e marmettola, vinti da imprese e società stranamente presenti su tutto il territorio nazionale impianti Enel. Il tutto viene gestito da strane società di intermediazione del nord Italia, che si avvalgono di trasportatori non locali. Infatti, basterebbe recarsi all’impianto di Tvn ed osservare come in entrata ed in uscita vi sono dei carri soltanto per il 10% appartenenti ad imprese locali. Il resto è totalmente fuori Civitavecchia. Un enorme traffico che poteva essere aggiudicato dalle imprese locali e che invece è andato ad avvantaggiare chi non è della città, costringendo gli imprenditori locali ad assistere inermi ad una decadenza occupazionale giocata sulla pelle degli operai di Civitavecchia.

Alessio Gatti – Consigliere Comunale Gruppo misto