Pietro Tidei, salvaci tu

CIVITAVECCHIA – Occhi puntati sul Sindaco Pietro Tidei domani, martedì 12 marzo, quando a Roma si riunirà presso il Ministero dell’Ambiente la Conferenza dei Servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Centrale a Carbone di Torre Valdaliga Nord. Al primo cittadino giungono infatti vibranti appelli dai movimenti ambientalisti affinché imponga in questa sede ferme prescrizioni per il rispetto dei limiti di emissioni inquinanti.
Il primo appello arriva dai Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio, i quali diffidano nel corso della Conferenza dei Servizi “chiunque dichiari che la combustione del carbone non provochi danni alla salute ed all’ambiente”, definendo tale dichiarazione “un grave falso di fronte al Diritto alla Salute sancito dalla Costituzione Italiana”.
“I dati attuali sull’incidenza del cancro denunciano un aumento del 10 % rispetto alla media regionale, peraltro già ai primi posti in Italia – afferma il Dottor Gianni Ghirga – L’impatto sulla salute della popolazione, causato dalle emissioni della centrale di Tvn, risulta dunque insostenibile. La combustione del carbone è una fonte importante di emissione di diossine. Sarà indispensabile una ricerca accurata delle diossine nel latte materno di donne residenti nel comprensorio e, comunque, la loro ricerca negli animali da pascolo in questa stessa area. Le ceneri del carbone sono estremamente tossiche. Studi recenti effettuati dalla U.S. Geological Survey hanno dimostrato che, quando derivati delle ceneri del carbone vengono usati per fare il manto stradale, con il tempo si volatilizzano idrocarburi policiclici aromatici (inquinanti estremamente tossici e, in particolare, cancerogeni) ed i bambini tra i 3 ed i 5 anni sembrano essere i più esposti a questa fonte di inquinamento. Inoltre, sostanze tossiche possono raggiungere le falde acquifere e contaminarle. La presenza cronica di arsenico nell’acqua potabile di questo comprensorio, impone l’assoluto divieto di qualsiasi attività che possa ulteriormente aggravare l’inquinamento idrico”. Secondo i Medici per l’Ambiente della conferenza dei servizi dovrebbe quindi varare misure atte a garantire un’aria salubre nel territorio ed una sua profonda bonifica.
Dello stesso parere il Movimento 5 Stelle di Civitavecchia, secondo cui Tidei “ha il dovere di chiedere ad Enel le necessarie garanzie per la salute pubblica oltre a varie misure compensative ambientali”, ricordando come già nel documento di Autorizzazione Integrata Ambientale siano indicate dalla regione le misure di compensazione ambientale “che sono ancora non solo da realizzare ma addirittura da pianificare”: il bosco al posto del parco serbatoi; l’interramento degli elettrodotti Vigna Turci-Civitavecchia e Civitavecchia-Santa Marinella; la pubblicazione della certificazione di impianto Emas e di tutte le emissioni al camino (inclusi metalli quali mercurio e nichel) come richiesto in materia di trasparenza e rapporti con l’esterno; la pubblicazione delle emissioni degli anni precedenti che Enel ha monitorato senza mai pubblicarne i risultati. “Alla luce del rapporto n.15/2011 dell’Agenzia Ambientale Europea sui costi che gli stati europei sostengono a causa dei danni ambientali e dei danni alla salute generati dall’inquinamento – proseguono i grillini – il sindaco ha il dovere di far limitare le emissioni, chiedendo ad Enel di agire: sulla qualità del combustibile utilizzato; sulle ore di funzionamento; sulle quantità di carbone utilizzato; sul rendimento d’impianto”.
E a sostenere queste posizioni domani sarà presente davanti al Ministero una delegazione del Movimento No Coke Alto Lazio, che manifesterà attraverso un sit-in e i cui rappresentanti lasceranno copia ai membri della commissione della studio commissionato da Greenpeacea SOMO, istituto di ricerca indipendente no profit, i cui dati sono stati riconosciuti come conformi alla realtà dal Tribunale di Roma, dove si evidenzia che “la produzione termoelettrica a carbone di Enel è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.”