Petrelli: “Sull’Area metropolitana Civitavecchia c’è diffonde notizie distorte”

CIVITAVECCHIA – Sembra davvero impossibile aprire un dibattito di merito sulle implicazioni reali di una eventuale uscita di Civitavecchia dall’area metropolitana di Roma.
L’associazione “Civitavecchia c’è”, nell’ultimo intervento, diffonde notizie distorte. Dicono non sia vero che la provincia di Viterbo sia economicamente al collasso. Cerchiamo di dire la verità una volta per tutte: elaborazioni su dati Istat confermano che il tasso di disoccupazione della provincia di Viterbo è tra i più alti d’Italia e superiore a province del sud tristemente note per l’alto numero di disoccupati come Avellino, Isernia o Potenza.
Questa situazione è stata confermata in tutta la sua drammaticità dall’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Viterbo, Fabrizio Fersini, su un sito di informazione locale. L’assessore ha parlato apertamente di “emergenza povertà” a Viterbo. Ha snocciolato numeri che fanno rabbrividire: aziende che falliscono e persone che rimangono senza lavoro. Una situazione che – a detta dell’assessore – è precipitata nell’ultimo anno e mezzo.
Perfino, quello che un tempo era uno dei fiori all’occhiello di Viterbo, il settore Fieristico, è allo sfascio più totale: l’assemblea dei soci di “Tusciaexpò” composta da Comune e Provincia di Viterbo, camera di commercio e Regione stanno valutando se continuare nella liquidazione o avviare le procedure di fallimento.
Ma secondo l’associazione “Civitavecchia c’è” è Roma che non riesce neppure a far fronte alle proprie necessità. Peccato che al contrario della provincia di Viterbo, il tasso di disoccupazione del Comune di Roma sia più basso di circa un punto percentuale rispetto alla media nazionale, nonostante il periodo di forte crisi che stiamo attraversando. Ancora oggi, molti giovani dal sud Italia – ma anche dalla stessa provincia di Viterbo – si recano a Roma in cerca di lavoro.
Secondo dati diffusi da Legambiente durante l’iniziativa del “treno verde” svoltasi a marzo, ci sono ben 820 mila persone che quotidianamente raggiungono Roma. Persone che hanno un impiego grazie alle opportunità offerte dalla Capitale: tra questi ci sono anche i nostri concittadini.
“Civitavecchia c’è” continua a dire che se rimaniamo nell’area metropolitana dovremmo ospitare la discarica di Roma. Una volta per tutte ci dicano su quali basi possono fare una tale affermazione. Quali carte segrete hanno in mano che dimostrano questa loro affermazione?
Finora la realtà è ben diversa: i rifiuti di Roma sono finiti nella discarica di Monterazzano nel comune di Viterbo (altro che provincia di Roma..) e nell’impianto di Aprilia in provincia di Latina (anche qui…altro che provincia di Roma). Uscire dall’area Metropolitana non garantirebbe in alcun modo che i rifiuti di Roma non finiscano nel nostro territorio. Probabilmente un piano è già stato scritto e per quanto è dato sapere, i rifiuti di Roma non verranno a Civitavecchia, né rimarranno all’interno del territorio della Città Metropolitana almeno sotto la direzione di Marino. Uno dei siti che continua ad essere annoverato tra i preferiti è proprio Viterbo!
Si continua a dire che il “rapporto di forze tra Roma e Civitavecchia, o anche l’intera ex provincia, è tale che non permetterà mai a quest’ultima di non essere succube della prima”. Anche qui siamo nel campo dei pregiudizi e dei luoghi comuni: Roma e Civitavecchia non devono farsi la guerra., non sono in competizione. Migliaia di civitavecchiesi lavorano nella Capitale; abbiamo migliaia di nostri giovani che a Roma studiano; moltissimi nostri concittadini usano gli ospedali romani; tutti noi usiamo gli innumerevoli servizi offerti dalla Capitale; infine il Porto, voluto dall’imperatore Traiano, oggi è tra i primi porti del Mediterraneo per traffici passeggeri generati ed attratti dalla Capitale.
Chiudo con due considerazioni che dimostrano come “Civitavecchia c’è” stia passando informazioni distorte.
Il Movimento 5 Stelle ha eletto nel consiglio metropolitano due suoi rappresentanti, di cui uno, Enrico Stefàno, di Roma e l’altro, Emanuele Dessì, di Frascati: ciò dimostra come sia possibile eleggere rappresentanti della provincia anche nel Consiglio Metropolitano. Basta volerlo. Nella lista dei 5 stelle c’erano anche Manunta e Menditto, ma hanno preso zero voti perché evidentemente c’era un accordo politico all’interno del M5S che prevedeva di far confluire i voti su candidati non civitavecchiesi. Se non abbiamo nessun rappresentante del M5S di Civitavecchia all’interno del Consiglio Metropolitano è per una scelta politica maturata all’interno del M5S.
Il caso della provincia di Latina, dimostra, invece, come anche città ben più popolose di Civitavecchia, possono rimanere senza rappresentanti anche in un ambito diverso da quello del Consiglio Metropolitano di Roma: Aprilia, città di 72 mila abitanti, non è riuscita ad eleggere alcun rappresentante nel consiglio provinciale di Latina.
E’ evidente che l’elezione dei consiglieri metropolitani o provinciali dipende da accordi politici interni ai partiti. Era tutt’altro che impossibile che uno dei due consiglieri del Movimento 5 Stelle eletti nel consiglio metropolitano di Roma, potesse essere uno dei consiglieri di Civitavecchia. Né, passare nella provincia di Viterbo garantirebbe in alcun modo l’elezione di un rappresentante di Civitavecchia. La logica è la stessa.
Infatti è nutrita la presenza di consiglieri comunali dei comuni della Provincia di Roma nel Consiglio metropolitano cito ad esempio i consiglieri Massimiliano Borrelli e Michela Califano rispettivamente del consigli comunali di Albano Laziale e Fiumicino che unitamene agli altri faranno pesare il ruolo e l’importanza dei Comuni dell’ex Provincia e dimostrano come potenzialmente anche uno del nostro Comune se solo ci fosse lungimiranza ed accordi politici.
Ultima questione: l’associazione “Civitavecchia c’è” afferma che tra i firmatari della loro petizione ci sono anche iscritti delle numerose associazioni che si sono schierate contro l’uscita dall’area metropolitana. Questo può voler dire sia che alcuni iscritti di queste associazioni non condividono la linea dei loro organi dirigenti (come afferma “Civitavecchia c’è”), oppure che molti hanno firmato senza prima aver acquisito le informazioni necessarie a poter fare una scelta seria e consapevole.
Ne consegue che perfino l’attendibilità delle firme finora raccolte è tutt’altro che reale.
Gli stessi senatori del Movimento 5 Stelle, scrivono nella loro Proposta di Legge Costituzionale volta a modificare il titolo V della Costituzione che il Referendum è uno strumento indispensabile per accertare la volontà dei cittadini anche quando si voglia cambiare regione (non provincia, perché queste, anche secondo i senatori del M5S, devono essere abolite).
Si continuano a leggere prese di posizioni pregiudiziali e fondate sul nulla. Si continua ad impedire l’avvio di un dibattito serio e si è arrivati al punto di denigrare chiunque abbia una posizione differente.
Civitavecchia e i civitavecchiesi meritano rispetto e correttezza.

Vittorio Guzzone – Ripartiamo dai Cittadini