Petrelli: “Prima di prendere delle decisioni occorre conoscere il territorio”

centraleCIVITAVECCHIA – Mancata realizzazione del bosco previsto nell’ex parco serbatoi secondo quanto disposto dal Decreto Via 680/’03; mancata emanazione del Decreto, da parte del Ministero competente, inerente la dismissione e lo smantellamento del 4° gruppo della centrale di Torre Valdaliga sud. Sono le due questioni che il Consigliere comunale Vittorio Petrelli pone all’attenzione Procuratore della Repubblica di Civitavecchia Gianfranco Amendola, sottolineando l’assurdità di dover reclamare due realizzazioni decretate con atti di legge vincolanti. La conseguenza di ciò, secondo Petrelli, è che“allo stato dei fatti tutto è immobile e i monitoraggi, a fronte delle aumentate e diversificate sorgenti di emissione, sono fonte di ulteriore incertezza per la cittadinanza”.
“Da sempre – afferma – sostengo che è necessario recuperare un rapporto con la cittadinanza fatto di credibilità dei controlli e di diffusione dei dati in modo trasparente, dell’elaborazione di un rapporto della qualità dell’aria che da 40 anni manca sistematicamente nel nostro comprensorio. Ma in questo contesto come è possibile gravare ulteriormente la situazione ambientale del Territorio, con la prospettiva davvero folle di ipotizzare una mega-discarica e di prevedere anche la co-combustione dei rifiuti? Sono prospettive queste che determinerebbero fattori di insostenibilità, contraddicendo palesemente il Protocollo di intesa del 19 dicembre 2003 sottoscritto dall’allora ministero delle Attività Produttive con i comuni del comprensorio. Evidentemente alla luce di questa spiacevole situazione cresce sensibilmente il disagio dei cittadini del comprensorio”.
“Capisco – prosegue Petrelli – che le scelte sono una competenza della politica ma esiste una linea di confine ben precisa che non può danneggiare la salute di chi abita il territorio. Ora non vorrei che questa linea di confine diventi una linea d’ombra a copertura di interessi diversi. Capisco le difficoltà della capitale a gestire a breve i rifiuti con l’esaurimento della discarica di Malagrotta, considerando anche che la raccolta differenziata non esaurisce il ciclo di smaltimento dei rifiuti”.
Secondo l’esponente dell’Idv, insomma, non c’è una reale conoscenza del territorio da parte delle istituzioni nel momento in cui lo si prende in considerazione per scelte di natura energetica e smaltimento dei rifiuti. “Mi domando – aggiunge – perché insistere ancora con scelte superate quale quella della co-combustione? Soluzione che peraltro non esclude  la discarica quale anello ultimo della catena del ciclo. Perché prevedere ulteriori costi ambientali derivanti dalla mobilità dei rifiuti o del Cdr? Perché non insistere sulla gassificazione dei rifiuti quella di cui l’allora Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio nel 2006 avviò ufficialmente la sperimentazione? Soluzione quella della gassificazione che ha avuto successo in alcune realtà tedesche riconducibili alla ‘pyromex’, un trattamento termico del rifiuto indifferenziato in assenza di ossigeno, emissioni zero,  senza alcun bisogno di ricorrere alla discarica ) e che consentirebbe ad ognuno di poter chiudere quindi in loco il ciclo dei rifiuti senza alcun movimentazione  dei rifiuti o di Cdr (allegato 4 ) senza alcun aggravio ambientale. Perché quindi – conclude Petrelli – un ritorno a un passato che pensavamo sepolto e non intraprendere invece la sfida che dovrebbe animare ogni scelta politica?”.