CIVITAVECCHIA – Quello dei rifiuti è un problema che non si risolve quando le decisioni sono condizionate dagli interessi delle lobby del settore e dall’ipocrisia di quei politici che puntano al consenso elettorale facendo leva sulla paura della gente che guarda ormai con diffidenza persino alle soluzioni più ragionevoli e vantaggiose. E quanto alla nostra ipotesi di bruciare Cdr di qualità nella centrale di Torre Nord, premettiamo che siamo allo stadio di una proposta – per la cui attuazione ci batteremo solo se verrà condivisa dalla città – messa a punto anche basandoci su quanto avviene in altre realtà italiane.
Prendiamo come esempio Fusina, città veneta che dopo aver sperimentato in centrale per un decennio la co-combustione Cdr-carbone ha chiesto due anni fa di innalzare la quota di rifiuti da 38mila tonn. a 70mila, prefiggendosi tra l’altro un ulteriore abbattimento delle emissioni gassose, in particolare la CO2. Non va taciuto che a promuovere una soluzione del genere è stato un assessore regionale dei Verdi, Ezio Da Villa, a cui i fatti hanno dato ragione perché il comune di quella località incamera così la bella cifra di circa 3 milioni di euro all’anno con cui può far fronte alle varie esigenze dei cittadini che peraltro a tutt’oggi godono di ottima salute. E poi Brescia, che ospita sul suo territorio una centrale a carbone, una ad olio combustibile, un cementificio, più di 70 aziende siderurgiche e in aggiunta il più grande termovalorizzatore del mondo che brucia più di un milione e 300mila tonn.di rifiuti tal quale. Chiaramente dopo avere effettuato la raccolta differenziata. Anche in questa città, dove ci siamo recati tempo fa in delegazione, non siamo venuti a conoscenza di contestazioni né di eventi tragici legati a tale opzione. Abbiamo constatato piuttosto la realtà di un comune che grazie a circa 60 milioni di euro introitati ogni anno bruciando i rifiuti stava migliorando la vivibilità della città anche sotto il profilo ambientale.
Nel nostro caso non occorre neppure costruire un termovalorizzatore, che ingenera comunque timori. E’ sufficiente ottimizzare la presenza di una servitù di cui purtroppo siamo già gravati, la centrale di Tvn, dove si può bruciare senza problemi sino al 5% di Cdr in sostituzione del carbone in quanto entro tale limite l’impianto non abbisogna di essere modificato. Basta porre in essere un duplice sforzo inteso a portare la raccolta differenziata, come legge prevede, ad una quota di almeno il 30% e a dotarci di un centro di produzione di Cdr di qualità, inserendo nella convenzione con l’Enel una clausola che impegni l’azienda elettrica ad acquistare il detto materiale esclusivamente da tale impianto (così da rendere agevoli monitoraggi e controlli data la tracciabilità del prodotto).
Per dare una dimensione della scelta, ove si accettasse la taglia del 5% vi sarebbe la proporzione di 5 Kg di Cdr per ogni quintale di carbone, se invece la taglia fosse solo del 2% la quota di Cdr scenderebbe addirittura a 2 Kg per quintale. Si tratta, all’evidenza, di quantità minime, non comparabili con quelle di altre località che adottano soluzioni del genere, che veramente non dovrebbero mettere paura, perchè non ve n’è ragione alcuna. E proseguendo nel vaglio delle conseguenze di tali scelte, abbiamo che ad esempio, con la taglia del 5% (che non significa correre neppure lontanamente il pericolo di bruciare tutti i rifiuti della Capitale) il comune potrebbe incassare (dalla vendita del CDR, dall’acquisizione dei contributi regionali, ecc.) tra i 10 e i 15 milioni di euro ogni anno. Il che significherebbe in sostanza per una città come Civitavecchia voltare pagina, avviare una serie di processi economici che si sostengono e sviluppano a catena. Si potrebbe infatti ridurre la bolletta, affrontare i costi della raccolta differenziata, assegnare incentivi ad impianti energetici alternativi e a chi vuole cambiare auto acquistandone magari una elettrica, piantumare centinaia e centinaia di essenze arboree ogni anno, migliorare la circolazione con piani del traffico e dei parcheggi., ed altro. A noi pare, in definitiva, di additare una soluzione doppiamente vantaggiosa, che mentre ci libera dai rifiuti senza aumentare l’inquinamento, il cui conto va peraltro fatto sulla base del complesso delle fonti inquinanti, ci permette anzi di adoperarci efficacemente per diminuirlo.
Alvaro Balloni – Segretario Polo Civico