PD: “L’Enel ha presentato istanza per la Via a Tvn, il Comune lo sa?”

CIVITAVECCHIA – Da un esame dato per via telematica al Registro Ufficiale del Ministero dell’Ambiente risulta che l’ENEL in data 13 febbraio 2020 abbia protocollato l’istanza per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale per la “nuova Centrale Termoelettrica di Torrevaldaliga Nord a gas”. Lo denuncia il gruppo consiliare del Partito Democratico secondo cui siamo di fronte, a tutti gli effetti, a un nuovo impianto produttivo che si aggiunge a quello esistente a carbone.

Per i consiglieri Marco Piendibene, Marco Di Gennaro e Marina De Angelis Ossat emergono immediatamente alcune anomalie.

In primo luogo: il progetto è stato redatto da ENEL a settembre 2019 e protocollato al MATTM a febbraio 2020; l’ENEL in fase di progettazione ha consultato il Comune? “Se sì – commentano – ciò significa che l’Amministrazione lo ha avallato in tutti i suoi aspetti e scelte senza, per altro, informarne la città. Se no (come temiamo che sia) l’ENEL ha commesso una gravissima scorrettezza posizionando la nuova centrale a suo piacimento, senza tenere in minimo conto le problematiche logistiche che il nuovo ospite comporta”.

Altro aspetto non secondario è il fatto che la pubblicazione dell’avviso, avvenuta come detto il 13 febbraio 2020, prevede che, ai sensi dell’art.24 comma 3 del D.Lgs.152/2006 entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare in forma scritta le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, indirizzandoli al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Direzione per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali. “Ebbene – proseguono i tre consiglieri – agli atti del Ministero risultano pervenute solo quattro osservazioni, tre di privati cittadini ed una da parte dello stesso Ministero per quanto attiene aspetti archeologici. Nulla viene eccepito dal Comune; anche in questo caso siamo di fronte ad una dimenticanza (peraltro gravissima) oppure nessuno all’interno dei vari assessorati comunali (Ambiente, Lavori Pubblici, Urbanistica, etc.) deputati allo scopo si è accorto del fatto? Eppure molto c’era da eccepire: il DEC/VIA 680 che governa la vita della attuale centrale recita alla lettera ‘la società ENEL dichiara che la durata della vita dell’impianto di produzione, dal punto di vista economico industriale è prevista in 25 anni’. Successivamente verrà valutata la possibilità di proseguire l’attività attuando interventi di ‘revamping’ e ammodernamento del macchinario, se giudicati economicamente convenienti, diversamente si avrà la cessazione dell’attività. Nel caso presente non si parla di ammodernamento: c’è una nuova centrale che conviverà con quella esistente, andando ad occupare l’area del Parco Nafta, con nuove ciminiere e con addirittura un nuovo metanodotto Celleno-Civitavecchia che modificha per lunghi tratti quello esistente. Da nessuna parte della nuova VIA si parla del fatto che a Civitavecchia, secondo il rapporto ambientale ARPA LAZIO del 2006 vi sono 139 km di elettrodotti, un dato al quale va posta particolare attenzione alla luce dei dati epidemiologici degli ultimi anni, confermati da ultimo nel Rapporto Annuale 2011 dell’Osservatorio Ambientale istituito dalla Regione Lazio in attuazione della specifica prescrizione di cui al citato decreto VIA 680/2003, dove, tra l’altro, si legge: ‘La popolazione residente nel solo comune di Civitavecchia nel periodo 2006-2010 presenta un quadro di mortalità per cause naturali (tutte le cause eccetto i traumatismi) e per tumori maligni in eccesso di circa il 10% rispetto alla popolazione residente nel Lazio nello stesso periodo’. Nella stessa procedura non c’è traccia delle inadempienze ENEL, a oltre 10 anni dall’apertura, riguardo alle misure compensative previste nelle varie convenzioni che regolavano il rapporto tra l’ENEL e il territorio circostante. Meraviglia il fatto che nessuna osservazione è stata presentata dalla Regione Lazio o dalle Associazioni ambientalistiche e dai sindacati. A Brindisi Regione, Comune, Legambiente erano intervenute in massa”.

“Alla luce delle considerazioni sopra svolte – concludono Piendibene, Di Gennaro e De Angelis Ossat – chiediamo che il nuovo insediamento ENEL venga discusso in consiglio comunale al fine di mantenere i capisaldi che regolano l’esercizio della centrale attuale: cessazione della servitù energetica nel 2034 (essendo l’esercizio iniziato il 22 giugno 2009 i 25 anni scadono a giugno 2034); fermo restando il limite del 2025 per l’impianto a carbone già sancito dalle direttive europee e mantenendo costante il livello occupazionale; completamento immediato delle opere compensative previste dalle convenzioni in essere; modifica del progetto di riconversione al fine di ricondurlo nei limiti previsti dal DEC/VIA 680″.