CIVITAVECCHIA – Da Potere al Popolo Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:
“La crisi occupazionale della nostra città si acuisce ancora ogni minuto di più. Non passa giorno infatti senza che categorie, gruppi di lavoratori o dipendenti di una società entrino in agitazione per rivendicare diritti, tutele e soprattutto garanzie per il futuro occupazionale.
Succede quindi che a pochi giorni dal riuscitissimo sciopero nazionale indetto dall’USB per la sicurezza sui posti di lavoro al quale si è collegato anche un grande presidio di lavoratori portuali civitavecchiesi davanti alla locale AdSP, gli operai della Minosse e i dipendenti di Pas abbiano cominciato nuove agitazioni sindacali.
Sul fronte Minosse la situazione è critica. Il ridimensionamento al ribasso dei traffici di carbone hanno determinato, come era ampiamente prevedibile, una situazione di stallo in cui molti operatori rischiano seriamente il proprio posto di lavoro. Enel ha infatti recentemente concluso un accordo con la società attraverso il quale si concretizzerà un sostanziale dimezzamento del personale attualmente impiegato per lo scarico del carbone. Delle 37 maestranze attualmente impiegate, sarebbero già stati individuati esuberi pari a 11 unità nel 2022 e altre 6 unità nel 2023. Una situazione intollerabile quella che rischiano di subire i lavoratori di Minosse. Una situazione che da una parte conferma la volontà di Enel, dopo decenni in cui ha puntato solo a massimizzare i suoi profitti, ad abbandonare oggi gran parte dell’indotto di TVN senza troppi scrupoli o spiegazioni, dall’altra i limiti di uno scalo portuale che, pur essendo il vero volano dell’economia locale, paga ancora le sue troppe carenze logistiche e strutturali.
A questa situazione si aggiunge poi quella dei lavoratori Pas i quali denunciano da tempo una carenza di organico insostenibile che, oltre a generare problemi occupazionali legati al mancato reintegro di diverse unità operative nella loro azienda, sta già facendo gravare sulle spalle di pochissimi lavoratori tutto il peso della recente e tanto attesa ripresa del traffico passeggeri.
Sappiamo che queste non sono le uniche vertenze aperte in città o nel comprensorio. Infatti, se a queste situazioni si aggiungono quelle di GTC, CSP, dei metalmeccanici, degli operatori del turismo crocieristico, dei piccoli commercianti, della logistica legata ai supermercati e dello sconfinato sommerso che affligge oggi centinaia di nostri concittadini, l’impressione che si ha è quella di una realtà occupazionale e sociale completamente allo sbando.
La cosa naturalmente ci addolora e ci fa rabbia, ma non è la situazione in sé a stupirci. Quello che ci stupisce enormemente è l’immobilismo delle istituzioni locali e della politica cittadina. Tutti, più o meno, hanno referenti di governo, in parlamento e nei ministeri.
Cosa si aspetta ad imporre ad Enel di sedersi ad un tavolo di discussione cessando una volta per tutte le sue ingiustificabili fughe in avanti? Cosa si aspetta a pretendere un tavolo di crisi al MiSe e al Ministero del Lavoro tenendo insieme tutte le vertenze locali?
La crisi sociale morde da tempo e Civitavecchia è una bomba a orologeria che l’imminente ed ignobile sblocco dei licenziamenti a livello nazionale rischia di far esplodere in un attimo.
Nell’esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Minosse e di Pas auspichiamo quindi che politica ed istituzioni locali escano dal torpore ed affrontino questa situazione straordinaria lasciando finalmente da parte attendismo e timidezze”.
Potere al Popolo – Civitavecchia