Oltre la morale altrui

E’ ormai chiaro che il diritto all’aborto viene messo in discussione non solo a Civitavecchia, ma in Italia, Europa e in molti altri paesi.
Negli Stati Uniti la manifestazione contro l’aborto ha visto la partecipazione anche del presidente Trump, così attento ai diritti dei feti e un po’ meno a quello delle persone. In Alabama è stata approvata una legge, poi bloccata da un giudice federale, che puniva anche con l’ergastolo il medico abortista. La battaglia delle donne è sempre incentrata sull’autodeterminazione del proprio corpo. Sulla libera scelta di decidere se e quando diventare madre. Perchè per molti la famiglia tradizionale sarà pure formata da un uomo e una donna, ma il test di gravidanza tocca sempre a lei.
Esattamente come le nausee, in molti casi anche oltre i 3 mesi. Provate a vomitare in ogni singolo angolo che visitate per 9 mesi, 24 ore al giorno, tutti i giorni. I piedi si gonfiano, la pancia cresce e il corpo si trasforma. E nel turbinio di ormoni impazziti la donna si preoccupa di lavorare e di non perderlo il posto di lavoro. Pensa a chi potrà affidare il figlio quando a lavoro dovrà tornarci. Notti in bianco tra poppate e pannolini. Vestiti sporchi di latte perchè se sei fuori casa per molte ore non puoi mica allattare. Non tutti abitano in città piccole, chi per raggiungere il posto di lavoro ci mette un’ora la corsetta a casa per la poppata non può mica permettersela. La discriminazione che la donna subisce in gravidanza e nei primi anni di vita dei figli è ancora una piaga della società. Notizie di cronaca ne danno conto tutti i giorni e i datori di lavoro, uomini e donne, spesso fanno quadrare i conti aziendali con i calcoli gestazionali. Per cui sì, è solo la donna che può decidere cosa fare. Solo la donna può sapere se quella gravidanza potrà essere un evento meraviglioso o un inferno. E’ il diritto a decidere quando e come avere una maternità sana e tranquilla. E’ il diritto a decidere di non voler affrontare una gravidanza frutto di uno stupro o di una relazione violenta.
E’ il diritto a decidere liberamente della propria vita e del proprio corpo oltre la morale altrui. E sulla scelta privata, così personale e intima, nessuno può permettersi di sindacare. Neanche a posteriori, cercando attraverso i sensi di colpa, di accusare prima e assolvere dopo con il bigottismo tipico dei viziosi.

Roberta Piroli