Numeri in costante crescita per la flotta Privilege

cantiere privilegeCIVITAVECCHIA – La scelta di Civitavecchia si è dimostrata giusta e vincente. Ed è per questo che il cantiere Privilege Yard negli ultimi mesi è entrato nella sua fase di massima espansione. Non ancora al top, ma sui livelli ottimali pensati e programmati sulla carta.
Quando Privilege scelse Civitavecchia (l’iniziativa è stata strappata alla Grecia) basò questa sua decisione su alcuni elementi particolari. Oltre al mare e alle aree portuali, la localizzazione dell’Alto Lazio disponeva di alcuni importanti fattori umani e professionali. Da una parte, con la fine della centrale Enel di Torre nord, offriva un buon numero di metalmeccanici,da “riconvertire” alle strutture navali, ma certamente con una elevata preparazione nella lavorazione dell’acciaio; dall’altra, il litorale contava diverse ditte di arredamento navale, anche se di dimensioni lontane dagli standard Privilege. E all’interno del porto di Civitavecchia già operavano imprese esperte in tubazioni, impianti di condizionamento ed elettrici.
E’ grazie all’utilizzazione, alla implementazione, al raccordo e all’ulteriore formazione di queste conoscenze e professionalità, alla disponibilità delle autorità locali ed al lavoro certosino di preparazione delle maestranze da parte di uno staff aziendale ingegneristico e tecnico di primo piano che oggi il cantiere ha assunto la sua conformazione quasi definitiva, strutturata in tre zone cardine.
Da nord a sud, la prima è costituita dalle enormi officine. Oltre 6.000 metri quadri con una decina di capannoni dove si costruisce e assembla tutto quello che viene montato sulle navi. Tutte le lavorazioni sono state concentrate in questa parte del cantiere. Diverse aziende hanno allestito qui i loro laboratori e si fa di tutto: dagli impianti (elettricità, acqua, condizionamento…) agli arredi, lavorando i materiali più vari: legno, marmo, tappezzerie, plastica.
L’altro punto focale del cantiere Privilege è dato dalla P430 la cui struttura in acciaio (ben 2.850 tonnellate) è stata completata da tempo e all’interno della quale si sta lavorando a impianti, allestimenti e arredi. Da luglio comincerà la stuccatura e verniciatura esterna e sarà impiegato un sistema completamente robotizzato (inventato da un ingegnere italiano, ma sviluppato all’estero) e ad “emissioni zero”: in grado cioè di riassorbire automaticamente le polveri e le nebbie da spruzzatura. Questa prima nave – malgrado le sostanziose modifiche richieste dall’armatore, cosa del resto usuale per questo tipo di imbarcazioni – dovrebbe essere finita e varata entro l’anno. Sarà il terzo yacht più grande al mondo, un titolo che però conserverà per poco.
Perché accanto alla P430, terzo segmento chiave, ecco nascere la P450, per la quale il 26 maggio prossimo ci sarà la presentazione e la cerimonia di benedizione della chiglia.
In materia di sicurezza, poi, le navi Privilege sono veramente uniche, in quanto, oltre ad avere una carena rompighiaccio, sono sempre in grado di avere corrente elettrica necessaria per la propulsione e per tutti i servizi. Sono infatti due le sale di generazione poste in basso e verso la poppa: entrambe completamente autonome ed indipendenti, protette da diverse paratie che le rendono irraggiungibili da qualsiasi falla e quindi non allagabili. Ma se anche quest’ultima ipotesi si dovesse verificare entrerebbe in funzione un terzo “cuore pulsante” posto nella zona più alta della nave e in grado da assicurare una velocità di 8 nodi. E non è tutto: in caso di avaria, un sofisticato sistema di navigazione porterebbe la nave, in automatico, al porto più vicino; certificato dalla notazione Rina “Safe return to port”. In altre parole, con la sicurezza Privilege i casi Costa Concordia e Costa Allegra non si sarebbero verificati.
Anche per quanto riguarda l’occupazione il cantiere Privilege si sta dimostrando di primo piano. Grazie agli accordi con l’Autorità portuale e il Comune, ha man mano riassorbito gran parte delle aziende e cooperative prima impegnate nel cantiere di Torre nord ed oggi sono una ventina le ditte coinvolte, per un’occupazione complessiva – esclusivamente locale – che oscilla dalle 400 alle 600 unità, in base ai programmi di lavoro. Numeri sicuramente tra i più importanti del territorio.