CIVITAVECCHIA – Si continua ad insistere sull’area Italcementi con soluzioni precarie ed approssimative. Sulla vicenda è necessario acquisire il parere, evidentemente non vincolante, dell’Autorità portuale di Civitavecchia. E ciò non per cavilli di competenza ma per il semplice fatto che quell’area sovrasta da vicino il porto e perciò si pone un problema di servizi, siano essi immateriali o altro, che riguardano giocoforza l’area portuale. In secondo luogo va considerato che quella stessa area è componente di un insieme di territorio che va dalla Borgata Aurelia sino all’ex Italcementi per raggiungere lo svincolo autostradale Civitavecchia nord. In questo sito si concentrano la maggior parte delle aree ancora edificabili della Città. Ciò vuole dire che è suscettibile di speculazioni edilizie e, a caduta, anche immobiliari e finanziarie. Un ghiotto boccone per i palazzinari. Se non si ha un’idea precisa dello sviluppo urbanistico della Città, ogni soluzione, condizionata dai voleri e dai poteri dell’Italcementi, rischia di essere un pasticcio di cui pagheranno le conseguenze i cittadini. Inoltre, immediatamente contigua all’area Italcementi, insiste la zona del Nuovo paese, che è zona di ristrutturazioni e di risanamento ambientale ed edilizio. Io non sono fra quelli che credono che tutto ciò che riguarda edilizia e costruzioni sia anche corruzione e speculazione ma, nel caso dell’area Italcementi, va considerata la configurazione della Città che è ingolfata da traffico e abitazioni, sparse e in disordine, mentre languono i servizi e il verde pubblico. Allora qual è il destino dell’area? Abitazioni popolari o verde o servizi portuali o archeologia industriale o altro che rappresenti una veduta organica dalla quale non sia escluso l’aspetto estetico, fondamentale per una zona che volge al brutto. Il resto mi sembra che sia propaganda salvo l’esigenza che veniva posta da alcune parti di un risanamento per le parti inondate da amianto e polvere di silicio. Questo è lo spirito che mi ha animato quando non ho votato l’atto convenzionale con Italcementi, contenente tra l’altro 300.000 mc di cemento armato, licenziato dalla passata amministrazione.
Dott. Flavio Magliani