“Moscherini ha ragione: o ci ridate la Marina o ce la andiamo a prendere”

patrizio carraffaCIVITAVECCHIA – Questa volta ha ragione Moscherini: o ci ridate la Marina o ce la andiamo a prendere. Non ho voluto finora entrare nel merito delle due vicende al centro della diatriba politica ormai da qualche tempo, Marina e Mercato, perché non la ritengo certo una buona pubblicità per Civitavecchia, avrei preferito se ne discutesse nelle sedi preposte per quanto possibile evitando di dare un’immagine così litigiosa della politica locale, ma visto che ormai peggio di così non può andare ritengo giusto fare alcune riflessioni.
Per il mercato l’unica colpa di Moscherini è stata quella di non cacciare seduta stante, tecnici, dirigenti o forse assessori (non ho voluto approfondire, neanche nel merito tecnico) che avrebbero, come d’altronde gli compete, dovuto espletare tutti gli atti amministrativi in modo corretto per condurre a buon fine quello che è un indirizzo politico dato dal sindaco e quindi dalla giunta. Non avendolo fatto ha deciso però di condividere in solido colpe altrui di cui ora ne subisce giustamente e senza alibi le conseguenze. Ma al di là di questo, ogni errore ha un prezzo, si paga e si deve andare avanti: sarà quello elettorale? Lo vedremo tra un anno, non è escluso che l’opera sia così bella e remunerativa per i mercatali da attenuarne la giusta rabbia di tanta attesa.
In merito alla Marina invece, la questione è secondo me diversa e più complicata. Lì credo sia stata fatta una scelta politica; locali o non locali per il futuro? Io dico locali e se quella era anche l’intenzione del sindaco, avrebbe dovuto essere stato chiaro fin da subito, senza lasciare spazio a dubbi, portando avanti le sue convinzioni con forza e magari spiegando alla città se e quali potrebbero essere state le conseguenze di tale scelta, sempre che i tecnici o gli assessori competenti, che in quel caso mi risulta essere stati più di uno lo abbiano messo a conoscenza di eventuali rischi derivanti da forzature. A questo punto quello che trovo assurdo è che non ci si impegni tutti, maggioranza, opposizione e nuovi aspiranti a palazzo del Pincio affinché si trovi una soluzione. Invece di sprecare energie per continuare ad evidenziare quello che hanno capito tutti ormai essere stata una diversa interpretazione di norme urbanistiche, non si sposti invece l’attenzione su quella che è la volontà dei Civitavecchiesi, vogliono o non vogliono, giunti ormai a questo punto, i cittadini tutti e i giovani in particolare trasformare il lungomare dal Forte Michelangelo a Borgo Odescalchi in una splendida passeggiata con locali e ristoranti, in grado di trasformare la nostra città nella meta estiva preferita dei comuni montani a noi limitrofi come ad esempio Ostia o Fregene per Roma, piuttosto che uno spazio in grado di trattenere i turisti? Io dico di sì e sono pronto a cercare lo strumento giusto, raccolta firme o referendum popolare, non condizionato dalla politica per avere una risposta a questo. Se i cittadini decideranno che allo stato dei fatti sia giusto procedere in tal senso, allora che tutte le forze politiche si adoperino affinché sia perseguita la strada intrapresa dalla giunta, quella cioè di non essere costretti in futuro a spendere altri soldi per cambiare la destinazione di quelli che ora sono semplicemente “spazi”, se invece così non fosse e i civitavecchiesi preferiscono una piazza enorme per quanto bella, che non porta né ricchezza tantomeno un valore aggiunto all’economia della nostra città, allora che vengano subito sanati quelli che alcuni enti preposti al controllo interpretano come abusi. Questo deve essere (ormai) il nodo da sciogliere.
Ho il dubbio invece che la vicina competizione elettorale sia la vera colpevole, non certo del blocco, ma sicuramente del suo prolungarsi. L’attuale opposizione, i futuri candidati e tutti i movimenti politici che aspirano al Pincio mi chiedo se siano mossi da un sentimento collaborativo o se invece remino contro affinché tutto resti fermo. Ora che ognuno si faccia liberamente la sua idea in base alla quale, ritornando a prezzi elettorali da pagare, dovrà in coscienza scegliere se chi sta passando dalla ragione al torto non stia facendo pagare a Civitavecchia, ai suoi cittadini e alla nostra economia un prezzo troppo alto e se non meritino quindi questi ultimi di pagarlo elettoralmente. Rimanendo in tema di quelli che io chiamo i “tifosi” del catastrofismo a scopo elettorale, mi sarei aspettato un riconoscimento nei confronti della giunta Polverini per aver tolto definitivamente il nostro territorio dalla lista dei sette probabili siti destinati ad una discarica temporanea di servizio e per aver scongiurato in ogni caso che nel Lazio si possano più realizzare mega discariche, tipo una Malagrotta 2 per capirci. Tale scelta è scaturita dall’oggettiva impraticabilità tecnico economica dettata dalla razionalità e a tutela del bene comune della popolazione del Lazio vista nella sua interezza, non certo dalle levate di scudi demagogiche dei catastrofisti di professione. Concludendo quindi, nonostante le mie vedute non siano sempre in linea con quelle del sindaco Moscherini, in merito a questa vicenda trovo sacrosanto l’invito provocatorio fatto ai civitavecchiesi, costretti a sopportare un disagio senza colpe, a riappropriarsi della Marina. Non solo, se lunedì il tavolo tecnico non arriverà ad un soluzione, mi farò promotore su facebook di concordare anche data e ora.

Patrizio Carraffa