CIVITAVECCHIA – Forse il presidente monti, avendo distribuito incarichi e prebende a parenti e vicini di tutte le forze politiche, dei sindacati di categoria e di buona parte della stampa locale, non è abituato alle critiche rispetto agli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche
e alla gestione delle risorse (pubbliche) dell’Autorità portuale. Sono sinceramente dispiaciuta di avergli provocato fastidio, ma il Presidente mi scuserà se gli ricordo che le mie considerazioni non hanno nulla di personale. Non ho spiato dal buco della serratura della sua camera d letto, né mi sono addentrata nella sua sfera patrimoniale che non mi interessa assolutamente, a differenza di quanto fatto nel passato da molti suoi sodali nei confronti della mia famiglia. Da rappresentante istituzionale del territorio ritengo, però, imprescindibile stigmatizzare la gestione a dir poco allegra dei fondi pubblici a disposizione dell’autorità portuale.
Non si tratta certo dell’acqua minerale, ma quasi 2 milioni e mezzo spesi per attività di comunicazione e promozione, tutti tra l’altro assegnati o direttamente o attraverso procedure negoziate e quindi senza gara aperta, mi sembrano in palese contraddizione con la politica di riduzione delle spese che si sta applicando a tutti gli enti pubblici.
Non è ammissibile che un ente pubblico di queste dimensioni spenda così tanto quando il comune di Civitavecchia per l’intera spesa sociale (che comprende sussidi ai minori, sussidi agli adulti, contributi agli affitti ecc.) non arriva a spendere 3 milioni di euro. Non tratti questo tema con scarsa considerazione. 800 mila euro dati alla società Euromedia per spese di comunicazione li ritengo una vergogna anche perché c’è un ufficio preposto. Centinaia di migliaia di euro per l’inaugurazione di una banchina durata un paio d’ore credo sia uno schiaffo alla povertà e alla situazione di crisi in cui versa l’Italia. E di queste cose purtroppo ce ne sono molte. Cosa c’è di personale nel rilevare questo?
Non sto facendo rilievi alla gestione di una sua azienda privata. L’autorità portuale è un ente pubblico, tant’è che si è dovuta adeguare alla legge sulla trasparenza, dopo la mia richiesta di accesso civico. 22 milioni di euro di fondi pubblici spesi attraverso affidamenti diretti o procedure negoziate, senza passare per una gara aperta, sono un pezzo di economia rilevante al quale, se ci fossero state gare, molte imprese locali si sarebbero candidate a partecipare. Avrei potuto fare un bell’elenco di beneficiati a vario titolo ma non mi interessa perché non faccio lo sceriffo. Vorrei però che il Presidente la smettesse di fare la vittima e di evocare attacchi personali che non esistono e iniziasse a pensare che, al pari di qualsiasi altro soggetto pubblico, deve rendere conto delle sue scelte. Vedremo se la Corte dei Conti giudicherà congrue alcune spese.
On. Marietta Tidei