CIVITAVECCHIA – Sindaco e Amministrazione nella bufera all’indomani della manifestazione di ieri contro il caro mensa culminata nell’occupazione dell’Aula Pucci. L’assenza del primo cittadino e di qualunque rappresentante della maggioranza a piazzale del Pincio incrementa infatti la rabbia e la protesta dei genitori, sostenuti da partiti di opposizione e sindacati. Che non mollano la presa. L’offerta di un incontro alle 9:30 di domani in Comune comunicata in serata da Moscherini viene infatti decisamente respinta dai genitori che fanno presente come l’orario lavorativo della riunione non consenta alla maggior parte di loro di essere presenti. “Attendiamo l’amministrazione giovedì alle 18:30 all’aula Pucci” fa sapere Patrizio De Felici, segretario del Pd e tra i promotori, come genitore, del gruppo Facebook “Boicottiamo il caro mensa”, il quale ribadisce le sue proposte: “La soluzione – spiega – si articola nei seguenti punti: proroga delle iscrizioni fino a metà ottobre; riduzione del 30% delle rette; introduzione del buono-pasto; moltiplicazione delle fasce di reddito; diritto dei disabili all’esenzione; pubblicazione delle stesse graduatorie. Non ci pare che si stia chiedendo la luna. Accettiamo dei rincari ma a fronte di vantaggi (ad esempio, una migliore qualità del cibo) e comunque contenuti in limiti ragionevoli. Il bando comunale invece comporta un raddoppio e anche più della spesa. Un costo insostenibile per gran parte delle famiglie civitavecchiesi”.
Punta il dito contro la “fuga” di ieri pomeriggio da parte della maggioranza l’Italia dei Valori, che ricorda come già nel Consiglio comunale dello scorso 16 giugno dedicato al bando sulla mensa i consiglieri delle larghe intese abbandonarono i lavori impedendo di fatto di approfondire il problema “sfuggendo al confronto”. Scena ripetutasi ieri. “Tralasciamo ogni considerazione sull’eticità di detto comportamento – afferma il Consigliere Vittorio Petrelli – A questo punto le analisi possibili sono le seguenti: o il bando proposto non vale niente tant’è che non si ha il coraggio di sostenerlo di fonte all’utenza oppure non si hanno le capacità che dovrebbe essere proprie di un pubblico amministratore”.
Tasto su cui battono anche i sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che accusano Moscherini di scarsa disponibilità al confronto, e non solo sulla questione mensa. “Aspettiamo da tempo una convocazione da parte del Sindaco su molti temi e continuiamo a denunciare un modo di amministrare basato sul mancato coinvolgimento delle parti sociali – affermano in una nota unitaria i tre segretari confederali Caiazza, Barbera e Di Marco – Riteniamo che questa sia una delle ragioni per la quale lui e la sua Giunta stanno subendo un evidente tracollo in termini di perdita di credibilità e di consenso. Chiediamo, pertanto, al Sindaco di ‘cambiare rotta’, a partire dalla vicenda connessa all’aumento delle rette per i servizi delle mense scolastiche, procrastinando i tempi di pagamento, accettando un confronto pubblico con i genitori e con i lavoratori delle mense, aprendo un confronto di merito con le parti sociali per trovare soluzioni alternative finalizzate a far quadrare i conti del Comune. Per questo chiediamo, nuovamente, al Sindaco di definire un protocollo con le parti sociali finalizzato a realizzare un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il recupero dell’evasione fiscale. Metà dei proventi, come descrivono le norme connesse al federalismo municipale, resterebbero nelle casse del Comune”.
Dura anche la presa di posizione dell’Unione Sindacale di Base, che commenta: “Dopo un Consiglio Comunale andato deserto ci aspettavamo un confronto aperto tra Amministrazione Comunale e Utenti e Sindacati invece con la solita arroganza è stata imposta una delibera che triplica i costi e non rende nemmeno servizio qualitativo. A fronte di una spesa comunale di un milione di euro circa e di incasso di circa 300.000 mila euro l’Amministrazione innalza il numero degli esenti aumentando la fascia dei gratuiti e poi aumenta la cifra dei più facoltosi triplicando il costo dello scorso anno ma creando la fuga dalla mensa; quindi più gratuiti e quindi costo maggiore e meno pasti costosi quindi meno incasso e meno utenti senza il servizio mensa”. Queste allora le proposte dell’Usb: “Ripartizione delle fasce e dei relativi costi dei pasti (da 0 a 10.000 euro gratuito, da 10.001 a 20.000 euro 2,17 euro a pasto, da 20.0001 a 30.000 3,17 euro a pasto, da 30.001 in poi 4,17 euro a pasto); installazione dei badge con tesserino personalizzato e ricaricabile completo di porta tesserino e fettuccia che consente il riscontro della presenza del bambino entro le ore 8,30 e la richiesta di pasto alla Ditta che riceve la richiesta. Per la ricarica si possono fare convenzioni tra Comune e negozi (tabaccai-edicole- altro) e si consente all’utente di spendere quanto vuole e come vuole. Il costo di tale operazione dovrà essere a carico dell’Amministrazione oppure preve-dendolo nell’appalto a metà con la Ditta”.