“Ma dove sta la complessità gestionale del Traiano?”

giuseppe flacchiCIVITAVECCHIA – La delegata Annalisa Tomassini risponde sul tema del Teatro Traiano sviando la questione ed utilizzando un ‘lo facevate anche voi’ che non giustifica ma, semmai, conferma le argomentazioni prodotte sul tema dal sottoscritto. Innanzitutto, parla del Traiano come di un “ente con notevole complessità gestionale”, tanto da giustificare una figura manageriale come quella del sovrintendente. Peccato però che negli ultimi 5 anni il direttore artistico Pino Quartullo abbia ricoperto da solo, e con buoni risultati, il ruolo di responsabile del teatro, senza alcun calo della qualità del cartellone (anzi) e senza la flessione di pubblico registrata, ma vogliamo pensare sia un caso, in questi ultimi due mesi.
Forse questa “complessità gestionale” citata dalla Tomassini riguarda l’indirizzo chiaramente politico che l’amministrazione comunale vuole dare alla programmazione del teatro comunale, come confermato dalla nota di ieri del Pincio. Conosciamo bene, perché l’abbiamo sempre combattuta, la tendenza brechtiana della sinistra comunista a puntare sull’egemonia culturale come modalità di formazione ideologica per il popolo; ma siamo nel 2013, il Muro è caduto da più di 20 anni e sarebbe bene consegnare alla (triste) storia questi sovietismi.
Ma quanto ci costa tutto ciò? Tanto, troppo. Più di 11mila euro al mese per gli stipendi di entrambi, oltre 130mila euro l’anno. Se la giunta Tidei ci tiene proprio tanto a mettere un cappello ideologico sul Traiano,facciano pure: in fondo hanno vinto le elezioni. Ma almeno tutto ciò si svolga senza utilizzare i soldi dei cittadini, per esempio affidando il ruolo di “supervisore” al delegato alla Cultura.
Vorrei inoltre ricordare alla delegata Tomassini che il sottoscritto appartiene ad una generazione diversa dalla sua, che è al potere da oltre decenni e che non ha mai avuto prebende o altro, ma solamente mossa da passione politica. Anzi, sono orgoglioso di far parte di un’organizzazione giovane, come la Giovane Italia, che fa certo parte del Pdl ma che sta combattendo da anni in maniera ferrea proprio questo modo vecchio ed dannoso di fare politica anche all’interno dello stesso partito. Questa risposta non sarebbe neanche servita, in quanto anche l’Idv, mi sembra partito di maggioranza, ha sostenuto che la questione è impresentabile, in un momento economico come questo.

Giuseppe Flacchi dirigente regionale giovani del Pdl