L’Usb boccia l’accordo su Tvn. “Tanti problemi irrisolti”

TVNCIVITAVECCHIA – Non è per nulla soddisfatta l’Unione Sindacale di Base dell’accordo tra Enel e sindacati sul nuovo modello organizzativo di Torre Valdaliga Nord. Un accordo che secondo l’Usb non migliora ma semmai lascia irrisolta una lunga serie di problemi.
“Viene ribadita la scelta dell’esternalizzazione per gran parte delle attività operative – sottolineano dall’Usb – Ciò vale sia per la manutenzione, (100 posizioni in meno rispetto al passato) dove la mancanza di inserimenti mette a rischio la continuazione del semiturno, che per la discarica del carbone altrove gestita da personale interno. Addio autonomia operativa. In questa ottica si procede a limitate immissioni che non risolvono granché e che talvolta, ad esempio al Turno, si accompagnano a scelte riorganizzative che producono nuove criticità”.
Per quanto riguarda gli inquadramenti, “la volontà di non riconoscere il generale salto di professionalità connesso all’unicità degli impianti, conduce a premiare solo poche figure (Manutenzione), ad assegnare vitalizi e categorie ‘ad personam’ (Cet, Obu, Oeu), a declassare alcune figure per via diretta (Op.Desox) o indiretta (Capo unità MC) e infine a spostare intere attività (Servizi Comuni, oggetto di vero accanimento). L’importante è tenere giù il costo del personale, come si fa con le sostituzioni in R2, le ferie negate e i cambiturno non pagati”.
In sostanza, secondo l’Usb, “per impedire lo sciopero non solo si delegittima la Rsu e si disprezza la volontà assembleare, ma per la fretta si finisce per creare ulteriori problemi. Soprattutto si prova a dividere i lavoratori con poche caramelle, sviando l’attenzione dal tema sollevato in assemblea circa la connessione tra organico, organizzazione del lavoro e sicurezza.  Ma tutti hanno ben chiaro che estendere l’appalto e ridurre l’organico, vuol dire: condividere la sorte di chi spesso opera senza tutele; ridurre la qualità delle lavorazioni, con più pericoli per chi vive sull’impianto; aumentare i carichi di lavoro, specie dei turnisti e dei reperibili; perdere il controllo dei processi e delle condizioni di impianto; mettere in conto un minore interesse aziendale alla sicurezza, alla formazione e a quella crescita professionale che produce consapevolezza dei rischi”.
Insomma, a detta dell’Usb il problema della sicurezza in particolare a Tvn permane, come dimostrerebbe la perizia del Tribunale sulla morte di Sergio Capitani. “Tanto per dire, nella centrale ‘che tutti ci invidiano’ i lavoratori comunicano con il loro telefonino, l’interfono non funziona, non risulta che l’antincendio sia collaudato e la squadra di emergenza appare insufficiente. Eppure la legge qualifica Tvn come ‘impianto a rischio di incendio rilevante’”.
E per questi motivi l’Usb conferma lo sciopero già annunciato le scorse settimane la cui data sarà ufficializzata dopo l’incontro del 17 febbraio prossimo in Prefettura.