CIVITAVECCHIA – Accolgo l’invito del consigliere Giannini in merito all’apertura di una attenta riflessione sul porto di Civitavecchia.
In Consiglio Comunale il tema è stato affrontato una sola volta, nel dicembre 2012 allorquando il Presidente dell’Autorità Portuale Monti illustrò il piano per lo sviluppo triennale 2012-2015.
Ricordo un’assise e una platea rimasta basita rispetto alla chiarezza dei contenuti e la concretezza dei progetti presentati, tanto che nessuno dei presenti avanzò le perplessità che oggi invece da alcune parti sembrano voler permeare gli ambienti politici della città fuori dal porto.
Ricordo pure come io stesso ebbi a sottolineare come a fronte di un sensibile aumento dell’occupazione portuale, la città non avesse beneficiato affatto delle possibilità offerte dallo scalo, visti gli allarmanti dati relativi alla disoccupazione, specialmente giovanile.
Si parlò di sinergia e di collaborazione, di stipula di una nuova convenzione Autorità Portuale-Comune di Civitavecchia che, stando ai bene informati, sembrava in dirittura di arrivo.
Mi rincresce oggi dover utilizzare la formula dubitativa sulla presunta convenzione, perché l’argomento non è mai stato posto all’ordine del giorno di nessuna riunione di maggioranza. Ma questo non è certo una novità.
Rilanciare il settore merci, oltre che sfruttare l’immane traffico crocieristico, significa investire risorse importanti dell’Amministrazione, come ad esempio dotare la giunta di un assessorato al Turismo e allo Sviluppo, chiarire una volta tanto se esiste o meno un delegato al porto (inizialmente doveva essere un ammiraglio di chiara fama, poi fu la volta di Magliani, ora forse il ruolo è stato assunto da Giannini), dare impulso concreto al commercio locale, senza stare a sottilizzare sulla mattonella di suolo pubblico occupata per accogliere un gruppo di crocieristi in più (su questo ricordo la mia astensione sul nuovo regolamento sui de hors).
Bisogna poi sgomberare il campo dalla voglia di sottoporre commercianti, operatori turistici, armatori e quant’altro ad un opera di spremitura con la minaccia di nuove tasse e balzelli, senza corredare gli interventi con un concreto piano strategico di servizi integrati, condivisi e concordati con chi nel settore lavora da decenni.
In questo contesto, creare allarmismi sulla tenuta del porto di Civitavecchia, significa lanciare un pessimo segnale all’intero comparto e scoraggiare gli investitori futuri, proprio in un momento in cui la città vuole aprirsi ai nuovi mercati orientali e sfruttare l’enorme territorio retro portuale da mettere a servizio delle attività mercantili.
Sui numeri non voglio interloquire più di tanto, visto che come al solito in politica la matematica è certamente una opinione, ma ciò che preme a chi ha una visione proiettata al futuro della nostra città, è difendere gli investimenti umani ed economici fatti e l’importanza assunta a livello internazionale dai nostri rappresentanti cittadini, grazie ad un modello di sviluppo senz’altro vincente. Al di la di ogni ragionevole dubbio.
Fabrizio Lungarini – Consigliere comunale “Ritorna il futuro”







