“L’outlet ha bisogno di un consenso plenario”

CIVITAVECCHIA – Il progetto dell’outlet di Fiumaretta non solo comporta problemi rilevanti per il terziario cittadino, ma interrompe una sinergia tra porto e città capace di fare finalmente di questa città una città-porto, e non più una città con il porto, divisa anche da barriere fisiche e da una incapacità di gestione e governance comune.
Finalmente si evidenziano da parte di associazioni ambientalistiche, anche problemi di natura ambientale e credo ci siano anche problemi di natura Urbanistica. Gran parte delle forze politiche cittadine si sono espresse in maniera contraria, auspicando la bocciatura della delibera: La svolta di Massimiliano Grasso, il PD e Forza Italia; però che lo stesso facciano anche gli altri candidati come Petrelli, la sinistra di onda popolare e di Potere al popolo ed in particolare la Lega che a livello nazionale si batte per la tutela dei piccoli commercianti ma che in questo caso, forse impegnata in altri tematiche ad oggi è stata purtroppo silente.
Credo che i commercianti si siano resi conto della gravità del progetto, che non può essere discusso nell’ambito di stanze, o in incontri ristretti di tre o quattro persone.
Un tema del genere deve vedere il coinvolgimento di tutti i commercianti, in una assemblea degli iscritti, una partecipazione plenaria; non può essere limitata a direttivi o comitati ristretti.
Perché non pensare ad una assemblea di questo tipo, invitando anche esponenti della politica, favorevoli e contrari, che spieghino le ragioni delle loro posizioni.
Un progetto che rischia di cambiare o sfasciare un sistema produttivo, che rischia di stravolgere un rapporto di simbiosi appena avviato, tra città e porto, ha bisogno di un consenso plenario; per questo avevo proposto una forma di referendum, a mio avviso la forma primaria di democrazia diretta.
Commercianti e artigiani debbono ritrovare uno spirito di comunità, davanti alla consapevolezza del rischio del proprio futuro; certo ci si appelli a tutti i cavilli giuridici del progetto, pur di bloccarlo, ma si chiami la politica alle proprie responsabilità. Si tratta di decidere il modello di sviluppo di questa città per gli anni a venire.

Tullio NunziMeno poltrone più panchine