Lista Tedesco: “Energia e portualità: progettare il futuro”

CIVITAVECCHIA – Tra poco il Polo energetico di Civitavecchia compirà 67 anni. Era infatti il 1 giugno del 1952 quando, con la messa in funzione dell’allora centrale di Fiumaretta, si cominciò a produrre su questo territorio energia elettrica. La cosa fu salutata allora con una importante fonte di occupazione in un momento post-bellico. Quasi 70 anni dopo Civitavecchia ha ancora bisogno, forse più di allora, di occupazione: ed è il caso di porsi delle domande.

Ora, sappiamo che ci troviamo di nuovo in una fase di transizione: non è la prima volta che accade. C’è stata la chiusura di Fiumaretta, la nascita e poi la conversione di Torre Sud, il passaggio di quest’ultima, per via delle “liberalizzazioni” firmate D’Alema, c’è stata la riconversione di Torre Nord. Ci sono stati così, in questi settant’anni, tanti dipendenti che hanno operato nelle tre centrali, generazioni di persone che hanno raggiunto la pensione dopo anni di duro lavoro. Ci sono stati i cittadini che hanno convissuto con questa presenza ingombrante. E c’è stato pure qualcuno che ha fatto carriera incatenandosi alle centrali.

Inutile comunque guardare troppo al passato, se il presente ci dice che tra le urgenze dei civitavecchiesi al primo posto c’è il lavoro. La visione che abbiamo voluto condividere in queste settimane di intensa attività con le altre anime della coalizione che sostiene il candidato sindaco Ernesto Tedesco ha dato vita ad un programma che vede il Comune come perno dello sviluppo del territorio. Polo energetico e porto sono al momento due attori centrali dell’economia cittadina. E se non guarderemo al passato, se non per trarne insegnamento, al futuro dobbiamo guardare. Dobbiamo però farlo nella consapevolezza che l’innovazione tecnologica dovrà essere la stella polare capace di guidarci nella giusta direzione, quella di fonti d’impiego diversificate e fondate sui nuovi servizi che si affacciano sul mercato globale.

È allora il caso di affidare urgentemente personale politico che all’onestà, requisito minimo che non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione, possa affiancare la serietà e la credibilità per progettare i posti di lavoro del futuro e difendere quelli del presente. Produttori di energia e “tecnici” alla guida del Porto, in assenza di un interlocutore, hanno in questi cinque anni agito indisturbati: dovranno invece presto comprendere che i destini di un territorio si decidono di comune accordo con chi ha la delega dei suoi cittadini a rappresentarli. È la buona politica che torna.

 

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