CIVITAVECCHIA – Anche l’Italia de Valori boccia sonoramente il criterio di assegnazione delle casette di legno, bollando il ricorso all’ordinanza sindacale come “una deriva istituzionale che non si può tacere”. “Altrettanto gravi – affermano dall’Idv locale- sono le affermazioni di Moscherini secondo cui le ‘Persone che avrebbero preferito un bando”’ lo avrebbero fatto con l’intento di ‘far rientrare gli amici degli amici”’. Se Moscherini è così convinto della bontà e dell’imparzialità della sua scelta amministrativa perché non ha risposto al nostro consigliere che con un’interrogazione con richiesta di risposta scritta, del 9 dicembre 2010, faceva notare come tali alloggi, ricadendo nella tipologia individuate dalla Legge regionale n.12 del 6 agosto 1999 (Disciplina della funzione pubblica), sarebbero dovuti essere assegnati ‘mediante pubblico concorso indetto con bando generale’? Perché a tutt’oggi non sono presenti presso gli uffici dei servizi sociali le domande prodotto dai 180 aspiranti come abbiamo letto sulle cronache?”. “Noi – concludono – ci impegneremo in qualsiasi sede perché quest’illegalità e questa vergogna venga cancellata e ci auguriamo che i partiti e le liste civiche che sostengano il sindaco non si facciano trascinare in questa sconcertante vicenda se ha ancora un valore non solo evangelico tutelare i più bisognosi”.
Dello stesso tenore la presa di posizione dell’associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie“Antonino Caponnetto”, secondo cui le assegnazioni delle casette “se effettuate nel modo annunciato, senza l’indizione, cioè di una pubblica gara, potrebbero far sorgere il sospetto che esse avvengano favorendo non tanto gli effettivi aventi diritto, quanto chi lasci intravedere la possibilità di contropartite in termini elettoralistici, come é avvenuto spesso nel nostro Paese”. “Tutto ciò– proseguono dall’associazione – diventa ancora più inquietante se aggiungiamo che si sono rivolti alla nostra Associazione soggetti seguiti da anni dai Servizi sociali e la cui situazione corrisponde a più di uno dei criteri previsti nella specifica delibera di giunta per l’assegnazione delle casette ai quali, dopo un veramente spiacevole rimpallo di responsabilità è stato dichiarato che non avrebbero potuto fare alcuna domanda per le casette. Fatti che non fanno che smentire quanto affermato oggi sulla stampa circa assegnazioni basate su segnalazioni dei Servizi Sociali e certo non coerenti con quanto contenuto nella delibera 78/2011”. Per la Caponnetto, essendo state le casette di legno realizzate con soldi pubblici, “la loro aggiudicazione non può che sottostare ai criteri dell’evidenza pubblica, unica procedura che potrà garantire la redazione di una graduatoria fondata su i principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità”.