“Le opere idriche ci sono nel bilancio?”

CIVITAVECCHIA – I disagi idrici, ormai quotidiani, che interessano le zone a nord della città, si possono risolvere solo con la realizzazione di opere strutturali, a partire dall’anello di collegamento fra gli impianti di Aurelia e di Via Montanucci.
Durante l’incarico di Presidente della Commissione Lavori Pubblici mi sono adoperato molto affinché tale opera diventasse prioritaria per l’Amministrazione, in quanto la ritenevo e la ritengo tuttora di importanza fondamentale. Infatti essa consentirebbe di mettere in collegamento l’intera rete idrica cittadina, con l’enorme vantaggio che in caso di guasto su una qualsiasi delle fonti di adduzione verrebbe evitato il blackout idrico nella zona direttamente servita, potendo utilizzare l’acqua di un’altra fonte.
Ma non solo: si potrebbero risparmiare cifre consistenti, nell’ordine di 300 – 400 mila euro annui, causa una minore richiesta di fornitura a Talete, per la quale siamo oggettivamente buoni ma poco considerati clienti. Con ciò ammortizzando in pochi anni l’investimento iniziale.
Dove prendere i soldi per l’opera? Durante il nostro mandato la cifra occorrente (circa 1,7 milioni di euro) era stata individuata stornando da un mutuo già in corso i fondi previsti per altre opere (ad es. la cittadella della danza). Non c’è stato poi seguito, per le note ragioni, ma in ogni caso si trattava di una scelta politica precisa, fortemente voluta da me e dal mio partito, ossia privilegiare le opere strutturali in luogo di altre, dilazionabili nel tempo.
Non ho avuto ancora modo di verificare se nel Piano Triennale delle opere pubbliche allegato al bilancio di previsione appena approvato dall’amministrazione Cozzolino siano state mantenute le opere idriche e in particolare la “bretella”. Se così non fosse, a mio avviso sarebbe un fatto molto grave, perché significherebbe un disimpegno dell’Amministrazione che vanifica i buoni propositi sempre dichiarati sul tema. Anche il ricorso effettuato dal Comune contro la Regione Lazio in merito all’obbligo di cedere le reti al gestore unico dell’Ato, che personalmente ho visto con favore, assumerebbe un valore inutilmente simbolico.
Un’ultima considerazione: il porto fa parte della zona nord della città, in quanto si approvvigiona anch’esso da Medio Tirreno e Talete. Trovo insolito che da quelle parti non sia giunta mai una protesta, mentre ad Aurelia si registra l’esasperazione. Trovo molto strane anche le giustificazioni addotte finora, imputabili sempre a guasti sulle condotte: mal si conciliano con la mancanza di eventi che generalmente provocano i guasti, quali frane e piogge torrenziali. Noto invece una singolare collocazione temporale dei guasti stessi, tutti concentrati nel periodo estivo, in concomitanza con la richiesta straordinaria che in tale periodo arriva dalle navi da crociera. Ma forse è solo un caso.
La mia però vuole essere solo un’annotazione, se ha il sapore dell’illazione è, anch’esso, solo un caso.

Giulio Agostini – Segreteria Sel