Le Donne a difesa della legge 194: “Il Comune ritiri le determinazioni per la concessione dell’area cimiteriale”

CIVITAVECCHIA – Conferenza stampa ieri mattina del Comitato “Donne a difesa della legge 194” per fare chiarezza in merito alla sepoltura dei residui abortivi; delicato tema su cui si dibatte in città da diversi mesi a seguito della concessione di uno spazio all’interno del cimitero da parte del Comune all’associazione “Difendere la Vita con Maria”.

La posizione del Comitato è stata riassunta dalle parole di Anna Luisa Contu, che ha puntualizzato: “Il comitato è contrario alla sepoltura dei resti abortivi entro le 12 settimane, dei raschiamenti o aborti, che le donne per scelta, come previsto dalla legge 194/78, o per interruzione spontanea si trovano a dover affrontare. Non parliamo di feti, la cui sepoltura è prevista dalla legge o per volontà della madre o, in assenza, dal comune. Riguardo i residui abortivi, chiariamo che una donna è libera di poter seppellire i resti del suo raschiamento nella tranquillità della sua sfera privata, intima ed emotiva. La contrarietà del comitato nasce dalla richiesta dell’associazione Difendere la Vita con Maria che invece chiede che quei residui abortivi le vengano affidati affinché siano sepolti collettivamente al cimitero. Qual è lo scopo di tale richiesta? Perché questa intromissione in una scelta personalissima della donna?

Punto cruciale della conferenza la richiesta del ritiro delle determine dirigenziali del Comune di Civitavecchia. Ha proseguito Anna Luisa Contu: ”La determinazione della Asl Roma 4 riguardante il protocollo d’intesa con l’associazione cattolica per l’inumazione dei residui abortivi, per i quali non viene fatta richiesta dai genitori, è stata ritirata dall’ente pubblico stesso, questo perché la legge 285 art.7 comma 4 sancisce che i resti abortivi non possono essere affidati ad altri. Attualmente ci sono ancora in piedi le determinazioni dirigenziali del Comune di Civitavecchia per la concessione dell’area all’interno del cimitero all’associazione cattolica. Prima dell’emergenza Covid abbiamo avuto un confronto con l’ex assessore Pescatori chiedendo il ritiro di quelle determinazioni. Alla nostra richiesta il comune non ha dato alcun tipo di risposta, non solo a noi come comitato, ma anche in qualità di cittadini e soprattutto donne. A seguito del silenzio abbiamo inviato una diffida, al sindaco Ernesto Tedesco, all’assessore Manuel Magliani e al dirigente Giulio Iorio chiedendo ufficialmente l’annullamento delle determinazioni dirigenziali perchè nulle e illegittime per violazione di legge ed eccesso di potere, in quanto il comune non poteva e non può concedere aree all’interno del cimitero a persone o enti per sepolture collettive se non nei casi previsti dalla stessa legge nei quali non rientra quello della onlus

Ha aggiunto Valentina Di Gennaro:Con la legge 194 del 78 e successivamente con il referendum il legislatore ha fissato quello che nel nostro paese è possibile fare riguardo all’interruzione di gravidanza e quali sono i termini anche temporali. Venuto meno il protocollo d’intesa tra l’associazione e la ASL chiediamo che vengano ritirati anche le determinazioni del comune poiché non ci sono più i presupposti ”.

Il punto è quello della speculazione politica – è intervenuta Simona Ricotti che non è ammessa dal regolamento mortuario il quale sancisce che non possono essere concesse aree a tale fine. La Treccani definisce la speculazione come ‘attività intesa a conseguire un profitto economico, personale o un vantaggio a fini politici condotta senza scrupoli e senza rispetto degli interessi altrui’, in questa caso c’è una speculazione anche perchè chiamare l’area ‘Il campo dei bambini mai nati’ in riferimento al residuo di un raschiamento entro le 12 settimane evidenzia la speculazione politica che si vuole fare sul corpo e sulla vita delle donne”.

Parole chiare e determinate quelle del comitato il quale ha sottolineato come, su una questione così delicata, non farà un passo indietro ma continuerà la propria battaglia di civiltà e legalità. “Viene da chiedersi – hanno incalzato dal Comitato – come sia possibile che le determinazioni comunali che concedono un’area cimiteriale all’associazione cattolica, Difendere la vita con Maria, per la sepoltura dei residui abortivi siano ancora in essere se l’atto di intesa con la Asl sulle quali sono state emesse sia stato ritirato”.

In attesa di una risposta da parte del Sindaco o dell’assessore Manuel Magliani non possiamo non riflettere su quello che sta accadendo a livello nazionaleLe notizie di questi giorni, con alcuni chiari tentativi di colpire la legge 194/78, lasciano capire che non è, purtroppo, solo storia locale. Ultimo caso l’Umbria dove è stato vietato l’aborto farmacologico se non con ricovero. Un diritto, quello della autodeterminazione del proprio corpo, che le donne portano avanti tenacemente da oltre 40 anni senza indugi o compromessi. Un diritto conquistato sul proprio corpo che non può essere negoziabile.