La “rigenerazione urbana” secondo Il Trittico

CIVITAVECCHIA – Dall’associazione politica “Il Trittico” riceviamo e pubblichiamo:

Impegnare le notevoli professionalità maturate in Italia in seno al settore delle costruzioni nella riqualificazione delle aree urbane: è stata questa l’idea che ha ispirato l’emanazione della normativa che vige in materia di rigenerazione urbana. Perché se è vero che le imprese edili versano da anni in enormi difficoltà causate dallo stop impresso alle nuove costruzioni per via dello sconsiderato e insostenibile consumo che si è fatto del suolo è altrettanto vero che l’ingente patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra versa in pessime condizioni e necessita di urgenti lavori di adeguamento agli standard attuali.
Con tale strumento di pianificazione delle città, al quale lo Stato intende garantire il reperimento di cospicue risorse finanziarie, si vuole quindi fornire al Paese l’occasione di un’autentica e diffusa ripresa sociale economica e ambientale, che comporta però, per assicurarne la riuscita, un vero salto culturale di cui la politica deve farsi carico.
Proprio così. Perché anche a Civitavecchia compete alla politica assicurare risultati realmente migliorativi agli interventi attesi sulle aree degradate della città predisponendo un disegno urbanistico globale in cui collocarli. Appare ovvio, ma vogliamo egualmente affermarlo, che gli edifici hanno valore non solo per ciò che rappresentano in assoluto, ma anche per il contributo che rendono alla fisionomia del tessuto urbano in cui sono inseriti. Lo stesso ambiente urbano nella sua interezza, sia esso un’area o un rione o un quartiere o una città, costituisce un valore che non può essere manomesso nella sua identità e nel suo aspetto architettonico, magari per soddisfare altre pur rispettabili esigenze. Per cui occorre che il patrimonio edilizio esistente venga convertito o sostituito con edifici sani, confortevoli e sicuri, collocati però in contesti dotati di tutto quanto necessita per assicurare una migliore qualità della vita dal momento che l’intervento di rigenerazione ha poi lo scopo finale di conseguire il benessere della persona, di incidere in positivo sulla qualità della vita.
Per concludere, per prevedere quale sarà l’esito effettivo di un processo di rigenerazione urbana in un determinato quadrante della città è per noi indispensabile che si instauri un confronto tra l’assetto edilizio che si registra nel punto di partenza e quello che si ipotizza in arrivo, verificando innanzi tutto le proporzioni dell’intervento, che non devono essere tali da procurare un vero e proprio bradisismo laddove si applica, la logica usata, che non deve essere di carattere speculativo intesa quindi a riempire di costruzioni tutti gli spazi vuoti presenti intorno e in mezzo alle superfici già costruite, l’assetto complessivo della zona che non può subire alterazioni per effetto di edifici che si discostano eccessivamente da quelli preesistenti per altezza, cubatura, forma e disposizione, se infine sia previsto un adeguato corredo di parcheggi, verde e luoghi di aggregazione e di svago a sostegno delle funzioni assegnate”.

Associazione “Il Trittico”