CIVITAVECCHIA – Sembra essere passata inosservata, nel mondo politico e sindacale cittadino, la relazione eseguita dai periti nominati dal Tribunale per fare luce sulla morte di Sergio Capitani. Perizia che ha messo in luce, come si legge testualmente, “gravi carenze progettuali” e “mancanza di strumenti di protezione” nelle dinamiche che hanno portato al decesso del giovane operaio. Parole che incredibilmente, anziché scatenare una tempesta politica sull’Enel e sulle tesi difensive portate avanti fino ad oggi per giustificare l’incidente, sono rimaste circoscritte alle colonne dei giornali che le hanno pubblicate. Unica voce che, al momento, si leva, è quella del locale circolo di Rifondazione, per il quale le conclusioni della perizia sono “un atto di accusa senza appello per i dirigenti Enel”.
“Al di là delle considerazioni di merito sull’incidente, che ovviamente dovrà essere chiarito dal processo in corso, i periti puntano infatti il dito sull’intero sistema della sicurezza in centrale – afferma la segretaria Valentina Di Gennaro – Gravi limiti progettuali dell’impianto, condizioni di lavoro disagiate, mancata valutazione dei rischi, carenza di procedure di sicurezza, assenza di vie di fuga, impreparazione del personale, formazione scarsa o inesistente, assenza di dispositivi protettivi: tutti aspetti fondamentali, che chiamano in causa i responsabili di un’azienda evidentemente troppo interessata al profitto. Un’azienda che, con altrettanta evidenza, ha dato ben poco rilievo alle esigenze della sicurezza in tutte le fasi di progettazione, costruzione, avviamento ed esercizio dell’impianto”.
Per incidere su questa situazione, secondo la Di Gennaro, è necessario allora che l’Amministrazione Comunale “esca da un letargo più o meno interessato”. “E’ soprattutto è necessario – prosegue – che le forze sindacali aprano sul punto una vera vertenza, imperniata sul protagonismo dei lavoratori. In tal senso apprezziamo la recente presa di posizione del Comitato degli iscritti della Filcem , che, in merito alla verifica di struttura del personale di Torre Nord, questione di assoluto rilievo anche con riguardo alla sicurezza, ha finalmente posto il problema del rispetto della volontà assembleare. Molti guai su questi temi derivano anche da un’azione sindacale poco incisiva, spesso incline a pratiche verticistiche che inducono rassegnazione e sfiducia tra i lavoratori. E’ ora di cambiare registro”.