“La cura a disposizione per cambiare la città si chiama Primarie”

CIVITAVECCHIA – Uscivamo con 16 voti dalle Primarie interne e certo, seppur speranzosi, nessuno di noi si sarebbe aspettato il risultato che abbiamo ottenuto. 345 voti al candidato Civati hanno inviato un segnale forte e chiaro di cambiamento. Ancora una volta abbiamo dovuto dimostrare al Partito dell’Apparato che scelte e posizioni chiare – che non contemplano posti o cose – pagano in termini elettorali. Oggi siamo qui a chiedere una svolta, basta con queste mediazioni e soluzioni al ribasso.
Basta avere paura di contaminarsi, basta chiudersi a riccio, basta al Partito delle tessere e dei capi corrente. Se si deve parlare di svolta e di rinnovamento che svolta e rinnovamento sia sul serio e non solo a chiacchiere. Se le componenti valgono qualcosa che si dia loro il giusto peso che meritano.
Un Sindaco non s’inventa. Si sceglie Certo, in molti sono convinti che lo strumento delle Primarie per selezionare il candidato Sindaco non sia quello più giusto, tutti vorrebbero tornare alla vecchia selezione del “candidato ideale” che passa da estenuanti riunioni di caminetto, accordi tra gli alleati o con le singole componenti della società, ma non possiamo, noi, dire che le Primarie ci piacciono quando siamo sicuri di vincerle e negarle quando tutta questa certezza non esiste. Prima di ogni considerazione personale, le Primarie sono lo strumento democratico di cui il Partito Democratico si è dotato per aprirsi ai suoi iscritti e alle cittadine e cittadini ed insieme compartecipare alla vita della Comunità, per tornare a dialogare con la tanto decantata “base”, per tentare di ricostruire quel dialogo costante e non solo occasionale, con chi deve essere considerato parte integrante e non soltanto un numero su una tessera; lo stile e il DNA che ci distingue da altri. Abbiamo tutto collaudato e la data del 23 febbraio 2014 – fornita dagli Organi Territoriali preposti – è il momento per confrontarci insieme, nuovamente, con questa scelta democratica. Personalmente siamo convinti che le forze messe in campo per “sconfiggere” le destre dalla nostra città – certo non per farci gli accordi una volta vinte le elezioni e governarci fino a conclusione di mandato – erano impreparate a rispettare quanto avevano promesso in campagna elettorale ai cittadini. Parole che rombavano vuote nei cavi orali ma che ai più risultavano ignote.
Il programma elettorale era scritto troppo difficile? Gli attori chiamati ad interpretarlo o non lo hanno capito e si sono fidati troppo dell’aria da “yes man” senza chiedere delucidazioni agli estensori, oppure non si sono rivelati all’altezza della situazione creando così una voragine incolmabile tra idea e azione. Cosa fondamentale nella politica moderna dove tutto è facilmente verificabile grazie ai nuovi strumenti di comunicazione che facilitano la vigilanza e il controllo sull’azione dell’amministrazione stessa. Quando si dice potere della rete. Si è lasciata troppa mano al Sindaco e agli “interessi maggiori” e nessuna attenzione alla discontinuità col passato. Nostra responsabilità è stata la convinzione di non volerci aprire alla città, proponendo una lista elettorale di quadri di Partito e da quadri per correnti composta. Sono errori che non possiamo più permetterci.
Dobbiamo presentarci alla città fin da subito con una squadra di governo seria e preparata. Donne e uomini che conoscano la materia amministrativa/tecnica e che sappiamo affrontare le difficoltà che di volta in volta s’incontreranno e che abbiano una visione, che volino alto; sbagliato affidarsi mani e piedi ai tecnici e dirigenti di turno, il cui compito è la regolarità amministrativa e legittimità degli indirizzi politici proposti. Richiamare chi, anche a breve termine, e negli anni passati, abbiamo fatto allontanare perché troppo “competenti”- spesso – capaci di pensare con la loro testa, seppur nel tracciato comune ed inadatti a ricevere ordini di scuderia.
Abbiamo il dovere morale di ridare credibilità ad una classe dirigente non solo legata da “interessi altri” ma che ha come collante la cosa “Comune”. Abbiamo il Diritto Civico di ritornare a usare lo strumento della politica per far innamorare di nuovo i nostri elettori che rendono si le piazze piene ma che portino con se contenuti pesanti capaci di rivoluzionare un modo di fare che troppo spesso ha fatto tutto tranne che l’interesse collettivo.
Abbiamo lo strumento delle primarie per dimostrare alla città che non si fanno solo chiacchiere e che la democrazia in un partito è possibile solo se gli gli attori in campo sanno essere veramente dalla parte del pubblico e non recitino soltanto una parte.
Abbiamo la cura a disposizione, facciamone buon uso!

Coordinamento cittadino “Civitavecchia per Civati”