Inumazione feti. “La Asl riformulerà la convenzione”

CIVITAVECCHIA – Da Federvita Lazio, Movimento per la Vita e Donne insieme per la Vita riceviamo e pubblichiamo:

In risposta al comunicato delle “Donne per la 194”, che reclamano la revoca, da parte del comune, della Determina di concessione di un’area cimiteriale all’Associazione ADVM, che l’ha regolarmente acquistata da tempo con la finalità di dare sepoltura ad embrioni e feti destinati alla sepoltura, preme fare alcune osservazioni e precisazioni.
Anzitutto si afferma che la sepoltura dei feti rappresenterebbe una lesione del “fondamentale diritto civile” all’aborto, e quindi il vero intento sarebbe quello di criminalizzare le donne che abortiscono.
In merito intendiamo fare le dovute precisazioni:
a) I movimenti che chiedono la sepoltura di feti ed embrioni, non si limitano a questa azione di umana pietà, ma aiutano anche le donne in difficoltà per la gravidanza con ogni mezzo a disposizione, attraverso una capillare opera di volontariato e senza contributi pubblici: non solo, essi sostengono psicologicamente anche le donne che hanno abortito, al fine di superare il trauma, utilizzando anche appositi numeri “verdi”, attivi da anni 24 h, con operatori qualificati;
b) l’aborto volontario non può essere considerato un diritto, né una libertà. Esso rappresenta una scelta drammatica ed estrema, che il diritto consente nella misura in cui un bene giuridico costituzionalmente sancito si pone in contrasto con un altro di pari valore: il diritto alla vita del concepito e quello alla salute fisica e psichica della gestante. La stessa legge 194/78, art.1, «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio».
Quindi, chiediamo correttezza intellettuale, evitando di considerare “diritto civile” quella che è una scelta estrema. La stessa Corte costituzionale è ferma su questo aspetto, in quanto «il diritto alla vita – si legge per esempio nella sentenza 35 del 1997 –, inteso nella sua estensione più lata, sia da iscriversi tra i diritti inviolabili, e cioè tra quei diritti che occupano nell’ordinamento una posizione, per dir così, privilegiata, in quanto appartengono – per usare l’espressione della sentenza n. 1146 del 1988 – all’essenza dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione italiana».
Basta avere l’accortezza di leggere la L.194/78 sull’interruzione volontaria della gravidanza, per vedere che mai si parla di diritto all’aborto, anzi viene previsto come scelta ammesso solo alla presenza di condizioni normativamente e tassativamente previste.
Precisato questo aspetto, non marginale, e tornando al comunicato, tralasciando gli attacchi e le invettive contro le formazioni cattoliche pro-life, che si commentano da sole, andiamo al punto del comunicato dove si afferma un’altra mezza verità, e cioè che i resti abortivi … “vengono trattati termicamente”. In realtà il cd “prodotto abortivo” viene smaltito come spazzatura, quale “rifiuto speciale” al pari delle garze sterili, del sangue e dei liquidi organici. Quindi la vita umana nascente viene trattata alla stregua di spazzatura.
E se questo aspetto viene accettato dall’associazione donne per la 194, le stesse dovrebbero comprendere che la loro posizione non è quella di tutte le donne, nonostante abbiano la pretesa di rappresentare l’intero universo femminile. C’è una vasta area (forse più ampia della loro anche se meno chiassosa), che la pensa diversamente da loro (vedi l’associazione “Donne Insieme per la Vita”): ebbene queste donne, in caso di aborto spontaneo o in alcuni casi volontario, non vogliono che il proprio figlio, anche se ancora allo stadio di feto od embrione, finisca tra i rifiuti.
Un figlio è un figlio, non è un rifiuto speciale, non è spazzatura. Il dramma dell’aborto nasce proprio da questo, che nella donna c’è sempre la consapevolezza di aspettare un figlio, non un semplice “prodotto del concepimento”: è un sentimento insito nella stessa natura umana.
Ma entriamo nel merito della richiesta delle donne per la 194, che chiedono in sostanza che il comune stracci la Determina n.2275 del 19-12-19, di concessione di un’area ad ADVM, destinata alla inumazione dei feti umani, e il cui vero intento sarebbe dettato da speculazione politica e ideologica.
In realtà finalità politiche ed ideologiche sono evidenti nell’attacco abortista a una amministrazione che ha la sola colpa di essere di centro destra.
1. Tuttavia, dal momento che tutte le parti convengono sulla modifica della Convenzione tra ASL ed ADVM, previo consenso informato alla sepoltura da parte dei genitori, riteniamo che l’azione di ostacolo alla sepoltura dei feti portata avanti dalle Donne per la 194 sia da considerarsi ideologica e non rispettosa del diritto italiano, tanto da liquidare troppo velocemente una realtà delicatissima come la sepoltura dei feti.
La richiesta di revoca della Determina del Comune, è inoltre, nostro avviso, irricevibile per motivazioni di carattere giuridico ed umano.
Non esistono, infatti, i presupposti per la revoca in autotutela, da parte del Comune, della Determina di concessione dell’area, in quanto la Delibera (n. 286 del 17-2-2020), di revoca della ASL Roma 4, che ne sarebbe il presupposto – è stata emanata per rimodulare la Convenzione – non per escluderla. La ASL, cui ci rivolgiamo per procedere quanto prima alla stesura di un nuovo atto, riformulerà pertanto la Convenzione, con la sola variazione relativa al consenso informato, tenendo conto della volontà dei genitori del bimbo abortito.
Dunque si è in attesa di un nuovo atto deliberativo ASL e di una nuova convenzione, per cui non abbiano fretta le femministe, ed attendano il normale decorso amministrativo.
Permangono poi, in ogni caso, i diritti di un’area cimiteriale legalmente acquisita da ADVM, diritti inalienabili di proprietà, indipendentemente dalla destinazione che l’associazione acquirente vorrà dargli, ed anche a prescindere dalla sottoscrizione di un Protocollo con l’ASL.
Per cui, anche da un punto di vista tecnico giuridico, la richiesta delle “donne per la 194” èinfondata ed irricevibile per tutte le motivazioni sopra riportate.

FEDERVITA LAZIO (Federazione Movimenti per la Vita, Centri di Aiuto alla Vita e Case di Accoglienza del Lazio)
MOVIMENTO PER LA VITA CIVITAVECCHIA
DONNE INSIEME PER LA VITA Civitavecchia