CIVITAVECCHIA – Misure rapide e incisive contro l’inquinamento portuale. Le sollecita il Consigliere comunale dell’Idv Vittorio Petrelli che torna a sollecitare l’elettrificazione delle banchine e l’attivazione di progetti specifici finalizzati all’abbattimento delle emissioni delle navi. Tra questi, ad esempio, il progetto comunitario denominato Apice che vede attualmente impegnati i porti di Genova e Venezia, insieme ad altre tre realtà portuali europee, con l’obiettivo di sviluppare un approccio basato sulla conoscenza scientifica della realtà per ottenere la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e lo sviluppo sostenibile delle attività portuali, il tutto gestito da politiche di pianificazione territoriale coinvolgendo il territorio che gravita intorno ai porti.
“Interessante in questo quadro – afferma Petrelli – è il caso dell’Enel, che a febbraio di quest’anno, ha esteso l’accordo con il quale mette a disposizione delle Autorità portuali di La Spezia e Venezia le migliori tecnologie al fine di realizzare, quale risultato finale, una banchina elettrificata. Un impegno questo che è già stato sottoscritto dall’Autorità portuale di Civitavecchia la quale, con il nuovo Presidente, dovrà riprendere fattivamente la concretizzazione di quanto previsto, in tempi ragionevolmente brevi, fugando i dubbi che quella operazione fosse di mera facciata”.
Alle politiche di abbattimento degli agenti inquinamenti va poi affiancata secondo Petrelli una efficace attività di controllo secondo le normative in vigore, tra cui in particolare il Decreto legislativo 205/’07 il quale ha stabilito che, dal 1° gennaio 2010, tutte le navi ormeggiate nei porti devono impiegare, per garantire i servizi ausiliari, combustibile contenente una percentuale di zolfo massimo dello 0,1%.
“Il compito dei controlli – afferma Petrelli – è affidato alle Capitanerie di porto che si sono di fatto dimostrate impreparate o non dotate della necessaria strumentazione. Così nella maggior parte dei casi i controlli si sono limitati a quelli meramente cartacei. Per tale motivo a Venezia e Ancona si stanno approntando risorse e mezzi indispensabili alle rispettive Capitanerie di porto affinché detti controlli possano essere esaustivi ed efficaci con l’esame dei campioni. In questa situazione, ma in un quadro più ampio, anche l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, è chiamata a fornire un sensibile contributo al monitoraggio del ‘sistema ambientale portuale’. In questa breve analisi va posta attenzione primaria alla cittadinanza, che assiste e subisce gli effetti dei ritardi degli Enti preposti nell’attuazione delle misure indispensabili alla tutela dell’ambiente in cui tutti viviamo. I margini di un impegno in tale direzione sono ampi. E’ necessario però darsi da fare tutti – conclude il Consigliere dell’Idv – in primis l’Amministrazione comunale e l’Autorità portuale sperando che la professionalità e non solo la ‘civitavecchiesità’ del nuovo Presidente rappresentino un vantaggio determinante per la miriade di iniziative che si possono intraprendere a vantaggio di tutti, cittadini, lavoratori e imprese”.