CIVITAVECCHIA – Quasi a voler sbeffeggiare le migliaia di civitavecchiesi che si sono recati alle urne bocciano nettamente l’affidamento a privati dei servizi pubblici locali è arrivata puntuale, questa mattina, la pubblicazione del bando ad evidenza pubblica per la dismissione della quota del 60% del capitale della Holding Civitavecchia servizi detenuta dal Comune di Civitavecchia. Di fatto l’amministrazione ha dato seguito in barba al responso del referendum all’ormai famigerata delibera 71. U n gesto che ha fatto infuriare l’Unione sindacale di base che parla senza mezzi termini di “atto grave e vergognoso”, “ai limiti della legalità”.
“Questo bando deve essere immediatamente ritirato – tuona a nome dell’Usb Flavio Zeppa – per almeno tre motivi: l’espressione di voto referendario nazionale dove i cittadini hanno bocciato la famosa 23/bis che è parte fondamentale della delibera 71 del Comune di Civitavecchia sulla vendita delle quote di Hcs; il depositato e notificato ricorso al Presidente della Repubblica che pende già da 5 mesi sulla testa della Amministrazione Comunale sempre in merito alla delibera 71; e il fatto che al Comune sono depositate le firme valide per il referendum cittadino su questo argomento; l’amministrazione Comunale non ha ancora riconosciuto la validità delle firme perché manca un dirigente della Commissione e la stessa Commissione tecnica non si riunisce tenendo in sospeso la validità del Referendum cittadino che se dichiarato ammissibile bloccherebbe di fatto tutti gli atti da circa due mesi ad oggi. La commissione non si riunisce e non si esprime, il referendum non parte ma la procedura di vendita delle quote che non si dovrebbe fare parte regolarmente”. L’Unione Sindacale di Base diffida pertanto l’Amministrazione Comunale “a proseguire la pubblicazione del bando di gara, ne chiede l’immediato annullamento e invita tutti i cittadini a ribellarsi contro questo atto vergognoso e diffamatorio nei confronti dei cittadini civitavecchiesi e degli Italiani tutti”. L’Usb non esclude infine un esposto alla Procura della Repubblica e a tutti gli enti interessati.
Ed alla indignazione dell’Usb si aggiunge quella della Cgil, che parla di “comiche finali” definendo “un’azione tragicomica e caricaturale quella della Giunta Comunale che tenta alla disperata, in dispregio del pronunciamento popolare degli italiani e dei cittadini di Civitavecchia, di mantenere in vita la Delibera 71 attraverso artifici burocratici”. “Peccato – commenta il segretario Generale Cesare Caiazza – siano stati mal consigliati. Perché la legge stabilisce che per i bandi di gara fa testo la data di pubblicazione che, riportando la data di oggi, è successiva al Referendum che abolendo l’articolo 23 bis fa decadere la D. 71. A questo punto consigliamo il Sindaco e la sua Giunta a ritirare questo grottesco atto, che può essere tranquillamente impugnato, e ad aprire finalmente un confronto di merito con le parti sociali finalizzato ad una seria riorganizzazione dei servizi pubblici locali mantenendone il carattere pubblico come pretendono la stragrande maggioranza dei cittadini che si sono pronunciati inequivocabilmente il 12 e 13 giugno”.