“Il territorio ha già scelto: lo sviluppo alternativo non passa dal gas”

CIVITAVECCHIA – Una forte e perentoria presa di posizione contro il progetto della centrale a gas quello che giunge da movimenti, sindacati, partiti e associazioni locali, che hanno sottoscritto quest’oggi un documento congiunto per ribadire il chiaro No a qualunque altra nuova ipotesi di combustione nel territorio. Di seguito il testo integrale del documento.

In questi giorni abbiamo visto riproporre la ‘corrente di pensiero’ secondo cui si è obbligati ad utilizzare il gas nelle locali Centrali per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale, in attesa della transizione energetica con fonti rinnovabili. Significherebbe bruciare ancora fossili, proprio quando i maggiori sforzi di riduzione delle emissioni di CO2, secondo l’UE, dovrebbero concentrarsi da qui al 2030, partendo con gli investimenti del PNRR già per il 2021, 2022 e 2023.
Opinioni, non supportate dai dati, che dicono tutt’altro.
Nel 2019 la punta massima di richiesta sulla rete elettrica in Italia è stata pari a 58,8 GW, mentre il totale della capacità di tutte le centrali installate ammontava a 119,3 GW, ovvero il doppio della domanda massima.
Dai dati statistici di Terna emerge una situazione di sovra capacità termoelettrica, che si riflette nel basso fattore di utilizzo medio delle centrali termoelettriche pari al 37%.
Questa situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente a sfavore della centrali a gas metano, la cui produzione di elettricità è destinata a perdere competitività sul mercato, man mano che le rinnovabili si svilupperanno in Italia e nel mondo e sostituiranno sempre più la produzione da fossili, con un costo per Kwh che già oggi si presenta inferiore in tutte le aste per nuovi impianti.
Ormai è chiaro a tutti: gli operatori elettrici insistono a voler costruire nuove centrali a gas esclusivamente per l’esistenza del meccanismo di sussidio appositamente varato per la loro sopravvivenza: il capacity – market (ovvero soldi pagati in bolletta dagli utenti anche quando gli impianti non funzionano). Dalla fonte Reuters del 10 Marzo 2021 si apprende che l’Enel installerà 15 GW di impianti rinnovabili nel periodo 2021 – 2023. E’ sorprendente registrare che da questa prospettiva sembrerebbe esclusa l’Italia e, quindi, come le buone intenzioni di un Ente a partecipazione pubblica non ricadrebbero sul suolo nazionale.
La stessa “corrente di pensiero” insinua, inoltre, che la diatriba del gas è fuorviante. Al contrario, lo sviluppo del territorio passa proprio per questa discriminante: oltre a rigenerare e tutelare l’ambiente, con tutto quello che ne consegue in termini di vivibilità e, quindi, di rilancio delle attività produttive (turismo, commercio, artigianato, manifattura, logistica), solo l’utilizzo delle energie alternative può offrire filiere produttive e portare nuova e buona occupazione, oltre 10 volte quella prevista dal progetto a turbogas ad alta automazione. Tra l’altro, il territorio, in questo senso, ha già espresso progetti alternativi attuabili.
È dimostrabile e dimostrato: dalle fonti rinnovabili solo benefici per la collettività duraturi nel tempo; dai fossili decenni di servitù, patologie cliniche e ricatti occupazionali.
Il territorio ha compreso benissimo il bluff del gas, così come ha compreso che il business, come al solito, sarà appannaggio di pochi. Questa volta, non è intenzionato a subire imposizioni, visto che le alternative ci sono” .

CGIL UIL
CNA
CONFCOMMERCIO LITORALE NORD
ASS. NI COMMERCIANTI : LUCI SPENTE, CENTRO DEL BUONGUSTO, COMMERCIANTI UNITI CIVITAVECCHIA, VOCE A CHI LAVORA
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DE PAOLIS GINO CONS. LISTA ZINGARETTI REGIONE LAZIO
COMITATO SOLE
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