Il Popolo della Città: “Basta spot sull’acqua pubblica”

CIVITAVECCHIA – “La discussione su un tema come quello dell’acqua, che affligge, da tempo la nostra città per disservizio e per perdita economica delle casse comunali, non può più riguardare la semplicistica diatriba di bandiera tra favorevoli e contrari al passaggio ad Acea Ato2. Non è, infatti, così semplice ponderare la giusta decisione ma lo è ancora meno se gli addetti ai lavori (i politici nostrani) continuano a confinare l’oggetto del contendere ad una presa di posizione e a considerare il problema esclusivamente nel merito dell’amministrazione comunale. A dimostrazione di questo e al contrario di tutto, proprio per il tema ‘acqua’ l’Italia è il Paese tra quelli Europei che ha il più basso costo per bollette, di questo ne siamo contenti ma è evidente che ne paghiamo il disservizio e il più alto tasso di evasione dai pagamenti di quest’ultime tanto da rischiare un ammenda Europea di 700.000 euro al giorno che già sta mettendo le spine sotto il sedere dei responsabili politici nazionali”.
A parlare è l’esponente dell’associazione Il Popolo della città Nicola De Liguori, che prosegue: “Ben 299 Comuni Italiani sono da cartellino rosso nelle segnalazioni Europee, – prosegue De Liguori – non ci è dato sapere se tra questi vi sia anche Civitavecchia, e questo dovrebbe farci riflettere rispetto ad un sistema fallimentare del settore idrico, che non può certo essere risolto semplicemente lavando i panni sporchi in famiglia. La verità, dimostrata dai dati di cui sopra, è che in questo momento non vi è convenienza vera nè nel pubblico nè a livello privato in quanto entrambe le posizioni soffrono indistamente di carenze, il primo perchè totalmente malgestito ed il secondo, invece, perchè agisce in un sistema speculativo dove il servizio ai cittadini non rappresenta certo la prima voce in ordine di priorità, e questo ce lo testimoniano quotidianamente le cronache nazionali. Noi de Il Popolo della Città siamo sempre stati a favore dell’acqua pubblica e continuamo a sostenere questa tesi, e sosteniamo che il raggiungimento di tale traguardo deve assolutamente seguire una strada ben diversa da quella percorsa fino ad oggi fatta essenzialmente di spot propagandistici e demagogia. Sono anni che ogni parte politica lancia anatemi senza risultato alcuno, ed ancora ci dobbiamo sentir dire che con Acea l’acqua resterà pubblica pur avendo già dimostrato che il suo sistema societario, fatto di scatole cinesi, in realtà nasconde una amministrazione privata a dimostrazione che siamo ben lontani dall’inquadrare la situazione. Il nostro Ente Comunale non ha un Ufficio e non parliamo di deleghe con competenza specifica sullo studio, reperimento e programmazione delle risorse e dei fondi Regionali, Nazionali ed Europei, tanto che rimane nell’ombra la notizia dell’arrivo di finanziamenti per 31 milioni di euro dalla Regione Lazio per costruire, completare, ristrutturare le reti di distribuzione idrica e le reti fognarie che saranno distribuiti già dal 2013 e fino al 2015. Non sappiamo in che termini possa avvantaggiarsene il nostro comprensorio ma l’ostacolo è ben aggirato visto che il Sindaco prende solo in considerazione il passaggio ad Ato2 come unica soluzione possibile”.
“A nostro avviso – conclude – siamo convinti, come già avvenuto per l’iniziativa promossa dalla Commissione Ambiente ‘Verso la Nuova Legge Regionale sul Servizio Idrico Integrato’, che la concertazione sul tema debba necessariamente uscire dai confini dell’aula Pucci allacciando sinergie con gli altri Comuni della Regione e con le istituzioni più alte, non è pensabile infatti una soluzione con le sole forze comunali nella direzione di un servizio idrico pubblico efficiente. E’ chiaro che se non vi sarà nessuna intenzione di intraprendere questa strada, sicuramente più faticosa ma più adeguata per il bene pubblico, Ato2 diventerà nostro malgrado il prossimo futuro”.