Il Polo civico: “Nessuna privatizzazione dell’acqua con Acea Ato2”

FontanellaCIVITAVECCHIA – “La cessione del servizio idrico cittidino ad Acea Ato2 non significa la privatizzazione dell’acqua”. Lo ribadisce il Polo civico che ricorda come Aceaè una società per azioni per il 51% di proprietà del Comune di Roma, quindi in mano pubblica, e come il programma di investimenti e la decisione delle tariffe spetti alla Conferenza dei Sindaci, presieduta dal Presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti.
“Un ingresso contrattato in un organismo di grosse dimensioni e bene attrezzato come Ato2, – affermano dal Consiglio Direttivo del movimento – qualora tuteli gli interessi del personale, ci  garantirebbe la risoluzione di numerosi  problemi. E’ infatti chiaro che in città la gestione dell’acqua presenta le carenze che tutti conosciamo:  precarietà dell’approvvigionamento, condizioni disastrose della rete di distribuzione, difficoltà di funzionamento dei depuratori, grossa quota di canoni non riscossi, elevato passivo di gestione che procura “sofferenze” al bilancio comunale. Ci trova invece contrari l’affidamento di un servizio idrico di piccole dimensioni intercomunali a vere e proprie aziende private. E non perché siamo facili alla suggestione esercitata dai vuoti e facili  slogan contro la privatizzazione dell’acqua, magari in funzone referendaria, ma perché la scelta va fatta tenendo sì conto dello stato attuale delle cose  ma con l’attenzione a che venga introdotto un sicuro miglioramento. Che nel caso non pare possa essere assicurato”.
Secondo il Polo civico è da tenere nella debita considerazione che nella società in cui viviamo il consumo dell’acqua è enormemente aumentato “e assicurare che nel settore tutto funzioni a dovere, e senza sprechi, non è facile: diventa un’opera complessa”. “Occorrono sicure fonti di captazione – proseguono dal Consiglio direttivo – grossi investimenti e tecnologie evolute per assicurare la correttezza dei necessari processi su tutto il ciclo dell’acqua, i debiti controlli, un servizio che dia all’elemento liquido una purezza affidabile (per ora dobbiamo affidarci all’acqua in bottiglie) e la restituisca al mare assolutamente depurata. In altri termini, dobbiamo optare per un sistema che ci dia garanzie di economicità, efficienza e qualità, che  eviti sia i carrozzoni pubblici che le speculazioni private”.