Il Pdci prova a rilanciarsi: nuova Segreteria e conferenza d’organizzazione

CIVITAVECCHIA – I Comunisti italiani di Civitavecchia provano a rilanciarsi e lanciano per fine settembre una conferenza politica ed organizzativa.
“Alla luce di quanto sta accadendo a sinistra sia a livello nazionale dove il governo Renzi -Alfano – si legge in una nota del partito – si sta preparando a stravolgere le norme costituzionali che sono alla base della nostra democrazia in senso più autoritario e decisionista, sia a livello locale dove la sinistra, anche a causa delle sue divisione interne e delle manie di grandezza di alcuni suoi leader è esclusa completamente dal governo della città, passato nelle mani grilline. C’è bisogno, in Italia, di una sinistra unita e rinnovata e soprattutto a Civitavecchia, dove i morsi della crisi economica si fanno sentire pesantemente. Nella nostra città c’è una vera emergenza lavoro da risolvere ed i comunisti sono al fianco dei lavoratori della Privilege, della Tirreno Power-Tvs e di tutti coloro a rischio occupazione o che l’hanno già persa. Lavoro, ambiente e salute sono e saranno le nostre priorità”.
Il percorso di rilancio del Pdci, sezione Dino Marrani, è cominciato con la riorganizzazione della sua segreteria, che risulta ora così composta: Ilaria Teofani (responsabile politica), Beniamino Mazzoni (resp. organizzativo), Francesco Pierucci (tesoriere) e Ivano Anastasi (segretario federale). “Avrà il compito di lanciare una campagna straordinaria per il tesseramento – prosegue la nota – oltre a proseguire il prezioso lavoro in comune con i compagni del locale circolo ‘Pelosi’ del Partito della Rifondazione Comunista al quale vanno rinnovati stima e ringraziamento per il comportamento unitario esemplare. Il nostro auspicio è proprio che questo lavoro in comune possa diventare la base per un percorso virtuoso che, rispettoso delle identità e del pluralismo, coinvolga anche tutto il resto della sinistra cittadina,con cui abbiamo intenzione di intraprendere un rinnovato e proficuo dialogo,a patto che questa volta ci si liberi definitivamente e senza ambiguità di ingombranti protagonismi; per far si che i comunisti e la sinistra di classe possano di nuovo venir percepiti come uno strumento utile per la difesa degli interessi dei lavoratori da gran parte degli elettori, senza che questi ultimi siano poi costretti a rifugiarsi in rappresentanze ambigue, dal carattere populista e lontanissime per storia e prassi quotidiana dal proporre una vera e seria alternativa politica”.