“Il Mercato: cuore pulsante della città ed eterno incompiuto”

CIVITAVECCHIA – “C’è una ragione se tutti gli esponenti dei partiti danno appuntamento ai propri simpatizzanti al mercato di piazza Regina Margherita. Il mercato è sentito da tutti i civitavecchiesi come il centro storico, sociale, il cuore pulsante della città. E’ triste vederlo dopo decenni ancora incompiuto”.

A parlare è Tullio Nunzi, iportavoce del movimento “Meno poltrone più panchine”, che torna a portare l’attenzione sul mercato cittadino come potenziale fulcro di sviluppo dell’economia locale.

“Fino a qualche tempo fa – spiega Nunzi – il mercato con il porto, erano i punti nodali della nostra economia. Molto spesso con la crisi del porto, il mercato funzionava da ammortizzatore sociale. Oggi purtroppo non è ancora quel centro commerciale naturale che potrebbe a tutti gli effetti competere con le varie tipologi commerciali. Il mercato dovrebbe essere luogo d’incontro, di socializzazione di rapporti umani, di contaminizzazione di culture diverse. Spazio e contenitore di mutamenti e novità da diffondere. Nessuno si offenda ma negli ultimi 10 anni (10 anni per fare un mercato è scandaloso) non si è riuscito ad adeguarlo alle nuove esigenze di sviluppo commerciale. Decoro urbano vicino al degrado, sporcizia, un sistema di parcheggi non d’insieme,una logistica e dei trasporti non adeguati una struttura divisa; insomma il mercato non è ancora quel sistema commerciale e di servizi, che potrebbe competere con i centri artificiali, e portare benefici a tutto il sistema commerciale che vive intorno e che andrebbe visto nel suo insieme, integrato”.

“Il Mercato – prosegue Nunzi – è l’dentità di questa città, luogo di aggregazione, un micromondo, indispensabile completamento della rete distributiva. Dovrebbe diventare punto di incontro tra mondo agricolo locale e città, con tipicità di offerta, per riqualificazione del territorio, di tradizioni, qualità dei prodotti locali, con servizi ed uffici comunali, laboratori del gusto, percorsi di educazione alimentare, degustazioni. Tenendo conto che le imprese ambulanti, se pur allo stremo, dopo anni di difficoltà, hanno capacità di adeguamento ai processi evolutivi, con più rapidità di altre imprese”.

“Al di là delle ristrutturazioni, dai tempi biblici – conclude – il prossimo sindaco spero che dia rilievo ad una struttura che deve mantenere un ruolo commerciale ormai storico, messo in grado di competere che mantenga un ruolo sociale al servizio della città, punto centrale di animazione del Centro storico”.