“Il Consiglio dei Ministri firma la condanna a morte della Vallata del Mignone”

TARQUINIA – “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, noncurante del parere negativo del Ministero dell’Ambiente, ha emesso il decreto di compatibilità ambientale del progetto preliminare – tracciato verde – per la realizzazione del completamento della strada statale n. 675, asse Orte-Civitavecchia, tratta Monte Romano Est-Tarquinia. Una vera e propria sentenza di morte della Vallata del Mignone”. Non usano mezzi i termini Italia Nostra, Forum Ambientalista e il Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia nel commentare il via libera al “tracciato verde” giunto dal Governo per il completamento della superstrada. Decisione che riaccende la polemica sull’impatto ambientale dell’importante infrastruttura.
“Basta leggere il parere della Commissione VIA – affermano a nome delle tre associazioni Marzia Marzoli, Simona Ricotti e Nicola Buonaiuto – per rendersi conto del disastro ambientale, ma anche economico, che è stato sancito con il decreto approvato nei giorni scorsi; dato che volutamente ignorano i compiaciuti politici che, senza nominare chi ci rimetterà, brindano al progresso. Il nostro Governo, agisce con il pugno di ferro, d’imperio, anteponendo la ragion di stato ai diritti del territorio e della popolazione, in nome di un falso progresso, il cui unico interesse è quello di fare mega appalti che andranno ad arricchire i soliti noti. Non ci si provi a contrabbandare quei 14 chilometri per essenziali allo sviluppo di un porto che non decolla come avrebbe dovuto solo a causa delle fallimentari politiche di gestione. Non saranno quei 20 km/h di velocità in più che si guadagnano nel realizzare la devastante superstrada, invece che mettere in sicurezza l’attuale tracciato, a far lievitare un traffico merci che, per inciso, si dovrebbe tendere a trasferire dalla gomma al ferro. L’unica economia che subirà effetti da questa decisione sarà quella agricola e turistica che verrà distrutta e soccomberà sotto i piloni di cemento che deturperanno, per sempre, una valle oggi incontaminata”.
“Concetti ben chiari – proseguono – nel parere, durato due anni, della Commissione Tecnica Via del Ministero dell’Ambiente, che ha ribadito, ben due volte, come ‘non sia possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione in quanto gli impatti ambientali che si configurano dall’analisi della documentazione fornita dal proponente sono tali da non poter essere mitigati’. Non a caso appena la notizia è uscita, le associazioni ambientaliste sono state prese d’assalto dalle telefonate e dalle domande: ora che si fa? Intanto si deve leggere il provvedimento nel quale ci dovrebbero essere scritte le pseudo prescrizioni di carattere paesaggistico e ambientale di cui fa cenno il comunicato stampa di palazzo Chigi. Subito dopo, anche partendo dal presupposto che è inaccettabile, oltre che un pericoloso precedente, violare la normativa comunitaria in materia ZPS e SIC, decideremo le azioni legali da intraprendere. Una cosa è certa: – concludono – non ci arrenderemo, lo dobbiamo alla nostra terra, lo abbiamo promesso ai nostri figli”.