CIVITAVECCHIA – Dopo i commenti arrivano le prime azioni politiche in risposta alla pubblicazione del bando per la vendita del 60% di Hcs ai privati. I Consiglieri di opposizione Roberto Cosimi, Marco Piendibene, Marietta Tidei, Mauro Guerrini, Alessandro Manuedda, Vittorio Petrelli e Alessio Gatti hanno infatti depositato stamane alla Segreteria generale del Comune la richiesta di un Consiglio comunale aperto sulla questione. Spiccano tuttavia tra le loro firme anche quelle dei due Consiglieri di maggioranza Mirko Mecozzi e Sandro Scotti, fatto che testimonia il malessere di questa e altre decisioni del Sindaco all’interno del Patto per la Città.
“Tale discussione appare inderogabile – affermano in una nota congiunta i nove consiglieri – per poter capire, ove possibile, le motivazioni che hanno spinto il sindaco, appena due giorni dopo il risultato referendario, a mettere sul mercato la società comunale che gestisce l’acqua pubblica in aperto contrasto con la volontà espressa dal 59% dei civitavecchiesi. Inutile dire che cercheremo in tutti i modi di far capire anche a tutti i colleghi capigruppo che una discussione così importante si debba svolgere nelle ore pomeridiane per consentire la partecipazione più ampia della cittadinanza. Crediamo, infine, che questo debba essere, proprio per la cittadinanza stessa, un appuntamento per dimostrare con una massiccia presenza che l’acqua è un bene comune e che non può essere ceduta, o peggio, svenduta solo per permettere a Moscherini di fare campagna elettorale negli ultimi mesi del suo mandato con qualche milione di euro in cassa”.
E intanto continuano a giungere commenti di dura condanna all’indirizzo del Sindaco Moscherini, con l’associazione “25 Aprile” e il segretario dei Giovani Democratici di Civitavecchia, Stefano Giannini, che parlano di “antidemocrazia”. “Ora non si parla più di scelte politiche, non si parla più di economia – affermano – qui si tratta di anteporre interessi privati, alla volontà popolare democraticamente espressa con il Referendum. Per questo, Signor Sindaco, cercheremo in ogni modo di difendere quella volontà affinchè la privatizzazione che cerca di imporre resterà, nella storia di Civitavecchia, solo un tentativo fallito di controvertere l’espressione dei cittadini. Siamo forti della vittoria referendaria e dell’entusiasmo trasportato dal vento che sta cambiando, che è già cambiato. Se ce ne sarà bisogno, ci mobiliteremo insieme a tutte le associazioni nazionali con cui abbiamo avuto il piacere di lavorare spalla a spalla nei sette mesi di campagna referendaria. Questa amministrazione è: sperperare dieci milioni per rifare la Marina e contemporaneamente alzare il costo delle mense scolastiche dei bambini, per fare cassa. Permettere la distruzione della Frasca e l’accordo per fare la megadiscarica, permettere l’indebitamento sistematico della Città tutta e in particolare della gestione pubblica dell’acqua, clientele, promesse mai mantenute, fumo negli occhi, menzogne. Ora basta, questa è l’ultima goccia”.