CIVITAVECCHIA – Esprime forte preoccupazione l’Associazione “Antonio Caponnetto” all’indomani delle numerose operazioni antimafia eseguite nella regione e ai gravissimi fatti di sangue degli ultimi mesi a Roma, Nettuno e a Terracina. Fatto che secondo l’associazione rendono sempre più evidente come vi sia la necessità di un coinvolgimento della società civile nell´azione di contrasto alle illegalità e alla corruzione nonché alle mafie presenti ed operanti nei vari territori del Paese.
“E´ un errore gravissimo – commentano dalla Caponnetto – a nostro avviso, accollare tutto il peso di tale azione esclusivamente sulle spalle della magistratura e delle forze dell´ordine, soprattutto per le competenze e dell´esperienze richieste dalla specificità di una lotta che va fatta, in particolare, sul piano degli attacchi ai capitali-economici, essendo le mafie, oggi, più che una semplice organizzazione criminale, una vera e propria impresa. Oggi, più che mai, considerato l´altissimo livello di corruzione delle macchine amministrative e il livello di penetrazione e di conquista del territorio raggiunto dalle mafie nel tessuto economico della nostra regione, si rendono necessari la mobilitazione e l´impegno di tutti quei soggetti – Enti locali, Associazioni antimafia, sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro ecc.- che sono operanti sui singoli territori. In particolare riteniamo che la lotta alla criminalità ed alla corruzione debba essere impegno imprescindibile di ogni singola amministrazione”.
E questo, secondo la Caponnetto, non solo per un doveroso rispetto della legalità, ma anche e soprattutto perché gli enormi capitali acquisiti con le attività criminose sono sempre più prepotentemente riversati nell’economia legale falsandone l’andamento, minando alla base la credibilità delle istituzioni, impedendo lo sviluppo della democrazia e il pieno esercizio dei diritti dei cittadini.
Per questo l’Associazione si sta facendo promotrice in tutti i Comuni della Regione, di una “Proposta per un concreto impegno negli enti locali per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni del crimine organizzato e mafioso” basata essenzialmente sul controllo partecipato e sulla massima trasparenza delle procedure.
“Gli enti locali – concludono dalla Caponnetto – non possono derogare al compito di essere attori primi nella prevenzione della corruzione e del fenomeno criminale mafioso e certo non possono pensare di aver assolto al proprio compito indicendo convegni piuttosto che celebrazioni fini a se stesse. La lotta alla corruzione e alle mafie ha bisogno di fatti concreti, di condotte specchiate e di coraggio nell’affrontare un mal costume che sta rischiando di diventare consuetudine; un ruolo attivo che gli amministratori possono adottare senza particolari costi aggiuntivi: basta averne la volontà politica”.