CIVITAVECCHIA – Come previsto, il forno crematorio, appena entrato in funzione, riceve da subito un gran numero di richieste di cremazioni anche di non residenti. Secondo quanto pubblicato da Trc, l’avvio, in meno di una settimana ha fatto registrare una media di 4 richieste al giorno, destinata sicuramente ad aumentare, di cui la metà per la cremazione di defunti non residenti a Civitavecchia.
Quindi, non solo il forno crematorio ha potuto iniziare la sua attività grazie alla giunta Cozzolino e al fatto che ancora la magistratura non abbia fatto piena luce sulla regolarità del procedimento e delle opere edilizie realizzate, ma ora i civitavecchiesi subiscono una ulteriore penalizzazione, oltre alle emissioni dell’impianto: quella di non avere, secondo quanto riportano gli organi di informazione, alcuna tariffa agevolata rispetto a chi viene a farsi cremare da fuori, al contrario ad esempio di quanto accade a Viterbo. Il Comune di Civitavecchia infatti otterrà come previsto in convenzione il 5% dei ricavi annui del forno, ma per i residenti l’unica agevolazione desumibile dai listini sarebbe quella di avere la dispersione delle ceneri gratuita.
Un altro schiaffo, dunque, dopo peraltro che oggi i civitavecchiesi sono quasi obbligati a scegliere la cremazione, visto che il M5S non è riuscito neppure a far partire la realizzazione dei nuovi loculi, programmata per quest’anno e messa in carico alla Csp che però non ha neppure le risorse economiche per avviare progettazione e lavori.
Ribadendo la più totale contrarietà a questo tipo di impianto, che costituisce non un servizio, ma una servitù, e chiedendo nuovamente che la Procura della Repubblica chiarisca la regolarità o meno dei procedimenti ormai conclusi con l’avvio del forno, lunedì presenterò una mozione affinché siano previsti degli sconti per i residenti e soprattutto affinché sia aumentato il diritto fisso previsto dall’articolo 38 del regolamento di polizia mortuaria per le imprese funebri che arrivano da altri Comuni per far eseguire cremazioni a Civitavecchia, in modo da limitare il numero complessivo delle cremazioni ed evitare anche il rischio che magari i residenti debbano attendere per la cremazione dei loro cari che vengano eseguiti i servizi relativi a salme provenienti da altre zone.
Massimiliano Grasso – Capogruppo La Svolta