CIVITAVECCHIA – Anche Futuro e Libertà per l’Italia si schiera a sostegno del Telefono Rosa, che dopo lo sfratto dai locali di via Giusti resta ancora senza una sede dove operare. “Esiste una delibera comunale che istituisce e tutela il gruppo di volontarie, ma ora queste donne così operose e socialmente attive si vedono buttar fuori “casa” proprio da colui che le dovrebbe aiutare – afferma la rappresentante delle donne Fli Alessandra Federzoni – Il mese scorso infatti il nostro caro Sindaco ha mandato un ingiunzione di sfratto alle volontarie, che da parte loro, non avrebbero assolutamente problemi a lasciare l’attuale sede, se il comune mettesse a loro disposizione anche solo due stanze dove poter continuare a svolgere le normali attività. Numerose sono le richieste di conferire con il primo cittadino, da parte delle volontarie, ancora più numerose le telefonate e le lettere, ma dagli uffici del Pincio tutto tace E’ vergognoso cacciare via, senza nemmeno una spiegazione, un’associazione tanto importante, che tra l’altro si può definire a costo ‘zero’, infatti il Telefono rosa si autofinanzia con piccole raccolte fondi e l’aiuto dei cittadini, gravando sulle casse del comune esclusivamente per la bolletta telefonica. Vergognosa, inconcepibile, sono le parole con cui si può descrivere un’azione del genere”.
La Federzoni si domanda poi “che fine abbia fatto il Delegato del Sindaco all’Associazionismo”. “Da – prosegue – lui non una sola parola. O meglio sì ‘Non ne sapevo nulla’. Beh se non ne sapeva nulla farebbe bene a dare le dimissioni perché vuol dire che il Sindaco non gli ha delegato proprio nulla. Ma se invece resta in carica vuol dire che sapeva ed ha fatto orecchie da mercante non difendendo i diritti delle associazioni cacciate (non solo il Telefono Rosa, ma anche Unicef e Banca del Tempo) come invece avrebbe dovuto fare visto che anche lui, ci risulta faccia, del volontariato”. “Come rappresentante delle donne di Futuro e Libertà – conclude – ma in primis come donna e come cittadina, oggi vedo ledere i nostri diritti di donne, chiedo quindi al Sindaco una spiegazione e soprattutto una soluzione a questo problema. Perché non si dicono le bugie come è invece stato fatto affermando in prima battuta che i locali erano inagibili e poi che servivano al Comune. Chissà perché poi proprio quei locali come se il Pincio non abbia a disposizione altri locali. Cosa ne sarà del Telefono Rosa? Dove potranno continuare a svolgere il loro operato le volontarie? Ora basta tacere, le donne di Civitavecchia vogliono ed hanno diritto ad una risposta”.