FILT e USB dichiarano lo stato di agitazione dei lavoratori Minosse

CIVITAVECCHIA – “Dopo le categorie degli elettrici e dei metalmeccanici, ora i problemi indotti dal declino produttivo della Centrale Enel Torrevaldaliga Nord toccano pesantemente anche i lavoratori portuali della Minosse”. Il grido d’allarme arriva da FILT CGIL e USB Lavoro Privato, che rilevano come, in ragione dei minori arrivi di carbone attesi nei prossimi anni, Enel ha concluso un accordo con la società volto a concretizzare un sostanziale dimezzamento del personale, che, “a fronte delle 37 risorse attualmente impiegate, dovrebbe condurre a un esubero di ben 11 unità nel 2022 e di altre 6 unità nel 2023”.

“Uno scenario inaccettabile – commentano Alessandro Borgioni per la FILT e Roberto Bonomi per l’USB – a cui i lavoratori hanno reagito con un primo segnale votando in assemblea per lo stato di agitazione. I lavoratori non sono ferri vecchi da buttare via quando non servono più. Per anni Enel si è avvalsa del loro qualificato lavoro, mietendo profitti milionari, e adesso non sa fare di meglio che disfarsene senza troppi complimenti. Non è questo che il territorio di aspetta da una multinazionale di queste dimensioni, per di più a capitale pubblico. Come per gli altri settori coinvolti Enel deve garantire nuovo lavoro, occupazione sostitutiva con investimenti puliti, ed ora che scopra le carte. Da tempo, ad esempio, l’azienda elettrica parla di un deposito doganale da realizzare a Civitavecchia: ebbene, è arrivato il momento di dire se davvero si ha voglia di farlo, con quali prospettive di sviluppo e di impatto occupazionale. Ovviamente per assorbire prioritariamente i lavoratori espulsi dalla centrale, in particolare quelli Minosse che per attinenza professionale potrebbero utilmente essere avviati a un percorso di riqualificazione. Del resto gli spazi per realizzare il deposito esistono già, senza dover aspettare la fine del carbone”.

“Per questo – concludono Borgioni e Bonomi – facciamo appello alle istituzioni affinché Enel sia chiamata a chiarire le proprie posizioni e confidiamo che la Regione Lazio, a cui ci siamo rivolti, possa porsi a fianco dei lavoratori e del territorio, al pari dell’Autorità Portuale che abbiamo inoltre interessato anche per le conseguenze che le diverse condizioni operative prospettate e il ridotto utilizzo degli impianti potrebbero avere sul piano della sicurezza. Attendiamo da Enel risposte di merito”.