Ernesto Tarallo, le teste chine e la politica del silenzio

CIVITAVECCHIA – Scorrono i giorni, l’indifferenza della politica, delle istituzioni e dei media aumenta, quella di Enel e Tirreno Power è a dir poco raggelante. Ma forse è proprio tutto ciò che continua ad alimentare forza in Ernesto Tarallo, arrivato quest’oggi al 71° giorno di presidio.

Io aspetto e non mi muovo da viale Regina Margherita 137 – commenta nel suo ormai giornaliero report dalla pagina personale di Facebook – Oggi alla bandierina dell’Italia e a quella del Papa aggiungerò anche la palma. Oramai chiedo aiuto a tutti. E’ una situazione assurda. Ho vinto un concorso all’Enel insieme ad alcuni che lavorano qua dentro mentre io sto fuori in mezzi alla strada. Il concorso era per Torre nord, non mi ci hanno mai fatto lavorare. Mi ha licenziato Tirreno Power che continua a guadagnare soldi a palate e a inquinare. Tirreno power ha licenziato 5 persone, quelle più deboli, con problemi certificati, con figli a carico, e con gli stipendi più bassi, e lascia a lavorare chi guadagna tanto, chi non ha figli. Non si può licenziare persone a 52 anni dopo 30 anni di servizio, salvando i neoassunti. I sindacati cgil cisl uil ugl, invece di salvare i lavoratori riducendo l’orario a tutti, firmano l’accordo per far licenziare. L’Enel responsabile iniziale di tutto questo non rispetta gli accordi che aveva preso con il comune nel 2003 e 2004 e fa sapere che ora il profilo professionale del sign. Tarallo non rientra più nei piani dell’azienda e che gli accordi grazie ai quali ha potuto costruire una centrale a carbone da 2.000 MW non sono più validi. Ma sulla base di che? Il sindaco di Civitavecchia, devoto dell’Enel invece di pretendere il rispetto degli accordi presi, come avrebbe fatto qualsiasi altro sindaco di qualsiasi partito, rimanda la questione nelle mani di altri come un Ponzio Pilato. Sì, i sindacati ci hanno fatto licenziare senza farci sapere perché. E ora dopo 4 mesi continuano a mantenere il silenzio assoluto di questa vicenda vergognosa. Io non ho più la tessera del sindacato dal 2005, ma mi chiedo ma come si fa a dare dei soldi a certe persone?”.

Un senso di inquietudine e solitudine, quello di Tarallo, che in altre circostanze avrebbe smosso coscienze e battaglie politiche ma che, in questo caso, si scontra desolatamente con un impressionante silenzio e tante teste chine. Forse perché quando si ha a che fare con certi colossi, vedi Enel e Tirreno Power, alzare la voce non conviene e la politica preferisce restare in silenzio. Troppo rischioso decidere di essere Davide contro Golia. E il quindicesimo anniversario della riconversione a carbone di Torre Validaliga nord, con le faraoniche promesse di sviluppo, ambiente e lavoro dei vari Scaroni, Storace, De Sio e di tutti i consiglieri comunali che votarono il famigerato progetto, sta lì insieme alle nuvole nere che escono dalle ciminiere a ricordarcelo.

 

Marco Galice